Clemente Alessandrino: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
Clemente nacque da genitori [[paganesimo|pagani]], presumibilmente ad [[Atene]] intorno al [[150]]. In età adulta si convertì al [[Cristianesimo]]. Dopo essersi convertito viaggiò di luogo in luogo alla ricerca di un'istruzione sempre migliore, legandosi di volta in volta a nuovi maestri: un greco della [[Ionia]], un greco della [[Magna Grecia]] e un terzo di [[Siria (provincia romana)|Siria]]. Dopo tutti questi si rivolse ad un [[Egitto (provincia romana)|egiziano]], ad un [[Assiria (provincia romana)|assiro]], e ad un [[ebreo]] convertito. Infine, intorno al [[180]], presso la scuola di teologia di [[Alessandria d'Egitto]] (''[[Didaskaleion]]''), incontrò il filosofo [[Panteno]] (che egli nominò ''ape sicula'') e, nei suoi insegnamenti, "trovò la pace".
 
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Poco tempo dopo si trovò a [[Cesarea in Cappadocia]], ospite dell'amico ed ex alunno Alessandro, ora [[vescovo]]. La persecuzione era comunque crudele anche in quel luogo e Clemente adempì ad un voto d'amore: dopo che Alessandro fu imprigionato per la sua fede in Cristo, Clemente si prese cura della Chiesa di Cesarea al suo posto, ne fortificò i fedeli, e fu addirittura capace di fare nuove conversioni. Tali avvenimenti vengono narrati in una lettera scritta nel [[211]] o [[212]] da Alessandro per congratularsi con la Chiesa di Antiochia per l'elezione Asclepiade alla guida della [[diocesi]]<ref>In un'altra lettera, scritta intorno al 215 ad Origene, Alessandro, però, citò Clemente come persona defunta.</ref>. Nei suoi ultimi anni di vita, Clemente prese parte anche alla controversia pasquale (cosiddetta «[[Quartodecimani|questione quartodecimana]]»).
 
== Retaggio clementino ==
Clemente non ebbe grande influenza nello sviluppo della teologia, se non la sua influenza personale sul giovane Origene. Le sue opere furono copiate di quando in quando, come da [[Sant'Ippolito di Roma]] nel suo ''Chronicon'', da [[Arnobio]] e da [[Teodoreto di Cirro]]. [[San Girolamo]] ne ammirava la cultura, mentre [[Papa Gelasio I]], nel catalogo attribuitogli, menzionava le sue opere, ma aggiungeva, "non devono in nessun caso essere accettate". [[Fozio I di Costantinopoli]] nel ''[[Biblioteca (Fozio)|Bibliotheca]]'' biasimava una serie di errori dedotta dai suoi scritti, ma mostrava una propensione benevola verso Clemente, che, nella storia, era stato ridimensionato dalla grandiosità del suo allievo Origene, che gli succedette alla guida della Scuola di Alessandria. Fino al XVII secolo, Clemente fu venerato come [[santo]], il suo nome veniva citato nei [[Calendario dei santi|martirologi]], e la sua festa ricorreva il [[4 dicembre]]. Ma quando il [[Martirologio Romano]] fu riformato da [[Papa Clemente VIII]], dietro consiglio del [[cardinale]] [[Cesare Baronio]], il suo nome fu eliminato dal calendario. [[Papa Benedetto XIV]] ratificò la decisione del suo predecessore per il fatto che la vita Clemente era poco conosciuta, che non ebbe mai un culto pubblico all'interno della Chiesa e che alcune delle sue dottrine erano, se non errate, almeno sospette. Malgrado ciò [[Papa Benedetto XVI]], nell'udienza generale tenuta in piazza San Pietro il 18 aprile 2007, lo ha chiamato santo. In tempi più recenti il favore nei confronti di Clemente si è accresciuto, vuoi per il suo affascinante stile letterario, vuoi per il suo attraente candore, vuoi per lo spirito coraggioso che lo rese un pioniere della teologia o per la sua inclinazione verso le speculazioni filosofiche. Il suo spirito era già moderno, inoltre, per l'epoca, era insolitamente colto: aveva una conoscenza completa dell'intera letteratura biblica e cristiana, delle opere sia ortodosse che [[Eresia|eretiche]]; era versato nelle lettere ed aveva una eccellente conoscenza dei poeti e dei filosofi pagani, che amava citare e dei quali ha preservato un gran numero di frammenti di opere perdute. La mole di avvenimenti e citazioni raccolta e assemblata nelle sue opere è un evento eccezionale per l'antichità, sebbene non sia improbabile che utilizzase i ''florilegia'' (antologie) dai quali traeva brani di prima qualità.
 
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Lo speciale interesse che Clemente coltivava lo condusse ad insistere sulla differenza tra la fede del cristiano ordinario e la scienza del perfetto, tanto che i suoi insegnamenti su questo punto sono proprio la sua caratteristica principale. Il cristiano perfetto ha una comprensione particolare dei "grandi misteri" dell'uomo, della natura, della virtù, che il cristiano ordinario accetta senza comprendere. Ad alcuni è sembrato che Clemente esagerasse il valore morale della conoscenza religiosa; si deve tuttavia ricordare che non lodava la mera conoscenza fine a sé stessa, ma la conoscenza che si trasformava in amore. È la perfezione cristiana che egli celebrava. Il cristiano perfetto, il vero gnostico, che Clemente amava descrivere, deve condurre una vita di calma inalterabile. E qui il pensiero clementino è indubbiamente intriso di [[Stoicismo]]. In questo caso, infatti, non stava realmente descrivendo il cristiano, con i suoi sentimenti e i suoi desideri sotto il dovuto controllo, ma l'ideale Stoico che ha sopito i suoi sentimenti. Il perfetto cristiano, quindi, doveva condurre una vita di devozione assoluta; l'amore nel suo cuore lo avrebbe dovuto incitare a vivere in una unione sempre più stretta con Dio attraverso la preghiera, a lavorare per la conversione delle anime, ad amare i suoi nemici e, persino, a sopportare il [[Martirio (religione)|martirio]] stesso.
 
Clemente fu anche un precursore della [[Antitrinitarismo#Antitrinitari_dei_primi_secoliAntitrinitari dei primi secoli|controversia Trinitaria]]. Insegnò che nella Divinità erano presenti tre Termini. Alcuni critici dubitano se li distinguesse come Persone, ma un'attenta lettura delle sue opere lo prova. Il Secondo Termine della Trinità era il Verbo. Fozio credeva che Clemente professasse una molteplicità di Verbi mentre, in realtà, Clemente tratteggiava soltanto una distinzione tra l'attributo immanente dell'intelligenza del Padre Divino ed il Verbo fatto Persona che era il Figlio, eternamente generato ed in possesso di tutti gli attributi del Padre. Essi, insieme, erano un unico Dio. Fino a questo punto, infatti, questa nozione di unità proposta da Clemente sembrava avvicinarsi al [[Modalismo]], o, addirittura all'errore opposto del [[Subordinazionismo]]. Ciò, tuttavia può essere spiegato altrimenti: Clemente dovrebbe essere giudicato, a differenza di quanto si fa generalmente con gli altri scrittori, non da una frase colta qui o là, ma dalla globalità dei suoi insegnamenti. Dello [[Spirito Santo]] non parlò molto e, quando si riferiva alla terza Persona della [[Santissima Trinità (cristianesimo)|Trinità]], si basava strettamente su quanto riportato dalle Sacre Scritture. Era, inoltre, un convinto assertore della duplice natura di Cristo. Cristo era l'Uomo-Dio che ci beneficia sia come Dio che come uomo. Clemente, evidentemente, vedeva Cristo come una Persona (il Verbo). Fozio accusava Clemente anche di [[Docetismo]]. Tuttavia, Clemente riconosceva chiaramente in Cristo un vero corpo, ma lo credeva immune dalle necessità comuni della vita, come mangiare e bere e pensava che l'anima di Cristo fosse esente dalle passioni, dalla gioia e dalla tristezza.
 
Per questi motivi Clemente è considerato il primo [[gnosticismo|gnostico]] cristiano. Per Clemente era problema essenziale mostrare come il cristianesimo fosse superiore a qualsiasi filosofia, tuttavia cercava anche di spiegare che nella fede cristiana era contenuto quanto di meglio la filosofia avesse prodotto prima di Cristo. Egli distingueva tra la funzione svolta dalla filosofia prima di Cristo e la funzione che avrebbe dovuto svolgere dopo di lui. Sottolineava come, attraverso la filosofia, fosse possibile avvicinarsi alla verità che comunque si sarebbe completata solo attraverso la [[rivelazione]]. Come [[San Giustino martire]], Clemente individuava in tutti gli uomini la presenza di una scintilla divina che permetteva di accedere alla fede. Secondo questa prospettiva, il cristianesimo appariva non come la negazione, bensì come il completamento della tradizione filosofica: esso non ha il carattere settario attribuito alle scuole filosofiche o ai gruppi gnostici, non è prerogativa di una minoranza, Dio chiama a sé tutti indistintamente.
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A Clemente è stata anche attribuita la ''[[Lettera di Mar Saba]]'', nella quale egli riporta estratti del ''[[Vangelo segreto di Marco]]''. Questa lettera, scoperta da [[Morton Smith]] nel [[1958]] nel monastero di [[Mar Saba]] che si trova a sud di [[Gerusalemme]], potrebbe essere un falso dello stesso Smith.<ref>Peter Jeffrey, ''The Secret Gospel of Mark Unveiled'', Yale University Press, 2007.</ref>
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* [[Catholic Encyclopedia]], Volume IV [[New York]] 1908, Robert Appleton Company. [[Nihil obstat]]. Remy Lafort, S.T.D., Censor. [[Imprimatur]] +[[Cardinale]] [[John Murphy Farley]], [[Arcidiocesi di New York|Arcivescovo di New York]].
* D. Dainese, Il Protrettico ai Greci di Clemente Alessandrino. Una proposta di contestualizzazione, Adamantius 16 (2010)
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== Collegamenti esterni ==
* [http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/audiences/2007/documents/hf_ben-xvi_aud_20070418_it.html Catechesi] di [[papa Benedetto XVI]] su Clemente Alessandrino tenuta durante l'Udienza generale di mercoledì [[18 aprile]] [[2007]]
* [http://www.documentacatholicaomnia.eu/20_30_0150-0207-_Clemens_Alexandrinus,_Sanctus.html Opera Omnia dal Migne Patrologia Graeca con indici analitici, Lexicon Proprium e traduzioni (EN, FR, IT)]
 
{{Padri e Dottori della Chiesa}}
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[[Categoria:Flavii|Clemente, Tito]]
 
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