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Nel [[1925]] fu tra i firmatari del [[Manifesto degli intellettuali antifascisti]] promosso da [[Benedetto Croce]], ma nel [[1931]] prestò giuramento al regime per non perdere la cattedra<ref>{{Cita|V. Marchetti|pp. 32-33|Marchetti}}, 2004.</ref>. Nel [[1936]] venne colpito da un provvedimento disciplinare e sospeso per un anno e i ministri fascisti [[Achille Starace]] e [[Cesare Maria De Vecchi]] furono favorevoli ad un suo trasferimento. Nel [[1937]] venne trasferito d'ufficio all'[[Università di Modena]], dopo che il nuovo ministro dell'educazione nazionale [[Giuseppe Bottai]] aveva bocciato la sua proposta di reintegro.<ref>{{Cita|V. Marchetti|pp. 27-29|Marchetti}}, 2004.</ref>
 
Nel [[1938]] quando entrarono in vigore le [[leggi razziali fasciste|leggi razziali]] tentò di salvare la sua carriera inviando le suosue onorificenze e il suo curriculum al ministro dell'interno [[Giuseppe Cobolli Gigli]] per essere reintegrato.
Nel [[1939]] la sua richiesta di reintegrazione venne inviata dal ministro dell'interno al prefetto di [[Bologna]] una richiesta "riservatissima urgente" per la sua domanda di reintegro, che però non venne accolta.