Madonna della Scala (Michelangelo): differenze tra le versioni

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L'opera è un evidente omaggio allo [[stiacciato]] di [[Donatello]], come annotò anche Vasari, sia nella tecnica che gradua i piani con variazioni millimetriche di spessore, sia nell'iconografia, a partire proprio dal motivo della scala con gradini pronunciati e corrimano in scorcio, visibile ad esempio nel ''[[Banchetto di Erode (Donatello Lilla)|Banchetto di Erode]]'' a [[Lilla]], che sfondano spazialmente aprendo una via di drammatica fuga prospettica.
 
La figura della [[Maria (madre di Gesù)|Madonna]], seduta sopra un masso squadrato e vista di profilo mentre guarda lontano, occupa tutta l'altezza del rilievo, da un margine all'altro, con una severità e una monumentalità che ricorda le steli classiche. Molto originale è la composizione del gruppo sacro, al tempo stesso bloccato e dinamico, con la Vergine col busto eretto e lo sguardo fisso lontano, in attitudine profetica, mentre solleva un lembo della veste per allattare o proteggere il figlio assopito, e genera un movimento spirale grazie alla disposizione a [[contrapposto]] degli arti: Gesù ha infatti un braccio lasciato andare dietro la schiena e Maria arriva ad intrecciare i piedi, mostrando la pianta del destro e rompendo la staticità del piano liscio del bassorilievo. La mano destra del Bambino girata in fuori venne in seguito usata più di una volta dall'artista per simboleggiare l'abbandono del corpo nel sonno o nella morte, come nel ''[[Ritratto di Lorenzo de' Medici duca di Urbino]]'' o nella ''[[Pietà Bandini]]'' e si rifà all' ''[[Ercole Farnese]]'' (poiché per Michelangelo l'uomo è visto come Ercole).
 
Pronunciata è la muscolatura del Bambino e la presa di Maria, soprattutto con le grandi mani che, grazie al trattamento differenziato delle superfici, fanno apparire vigoroso un gesto semplice e quotidiano. Virtuoso è infine il ricadere del panneggio, soprattutto sul sedile cubico, del quale segue la forma con grande realismo.