I 186 gradini: differenze tra le versioni

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{{quote|La cava era là, con i suoi 186 gradini irregolari, sassosi, scivolosi. Gli attuali visitatori della cava di Mauthausen non possono rendersi conto, poiché in seguito i gradini sono stati rifatti - veri scalini cementati, piatti e regolari - mentre allora erano semplicemente tagliati col piccone nell'[[argilla]] e nella [[roccia]], tenuti da tondelli di [[legno]], ineguali in altezza e larghezza.|da ''I 186 gradini'', pagg. 169-170}}
 
'''''I 186 gradini''''' o '''''Tra i morti viventi di Mauthausen''''' (''Les 186 marches'') è un [[saggio]] redatto dal [[giornalista]] e [[scrittore]] [[francia|francese]] [[Christian Bernadac]] sulla base di [[storia|ricerche storiche]] e [[testimonianza|testimonianze]] di sopravvissuti al [[campo di concentramento di Mauthausen-Gusen]], presso [[Linz]], nell'[[Alta Austria]] ({{Coord|48|15|32|N|14|30|04|E|region:AT-4_type:landmark|display=inline}}).
 
Quello di Mauthausen-Gusen fu uno dei più crudeli [[campo di concentramento|campi di ''lavoro'']] in funzione durante il [[regime nazista]] del [[Terzo Reich]], che ospitò dal [[1939]] al [[1945]] oltre centocinquantamila deportati fra detenuti comuni e detenuti politici appartenenti a diverse nazionalità.<ref>Fonte: [http://www.deportati.it/lager/cronologia_mauthausen.html Deportati.it]</ref>
 
Il libro di Bernadac è stato pubblicato per la prima volta in [[Francia]] nel [[1974]] dalla casa editrice France-Empire <ref>[http://worldcat.org/wcpa/oclc/1325127?lang=it Worldcat.org]</ref> ed è stato successivamente tradotto nel [[1977]] in [[lingua italiana]] da Anna Gerola per i tipi della casa editrice Ferni di [[Ginevra (città)|Ginevra]] che lo ha inserito - assieme ad un secondo volume dello stesso autore, ''Il nono cerchio - Mauthausen'', sorta di seguito concernente sempre il famigerato campo di lavoro istituito nella fortezza di Mauthausen e nei sottocampi limitrofi - nella collana "Gli amici della storia".
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Il titolo del libro fa riferimento alla scalinata - ricordata da allora in poi come ''scala della morte'' - scavata nella roccia della collina su cui sorgeva il campo e che collegava una cava sottostante, aperta nel ventre dell'altura, per l'estrazione del [[granito]].
 
[[File:Mauthausen_survivors_cheer_the_soldiers_of_the_Eleventh_Armored_Division.jpg|thumb|Maggio 1945: la liberazione degli internati dopo l'arrivo dei soldati dell'esercito USA nella fortezza in cui è situato il [[Campo di concentramento di Mauthausen-Gusen|campo di concentramento di Mauthausen]]]]
A partire dal [[1943]] nel campo era stata intensificata - su disposizione del capo delle [[SS]] [[Heinrich Himmler]] - l'attività delle industrie che facevano capo alla ''Deutsche Erd un Steinwerke GmbH'' (''Officine Tedesche delle Terre e delle Pietre Società r.l.'', talvolta reso con l'[[acronimo]] DEST).
 
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{{quote|Tra l'ingresso del campo e i primi gradini della cava c'era una discesa assai ripida. Questa, in inverno, era spaventosa perché il terreno gelato assomigliava a una pista di pattinaggio e le suole di legno degli zoccoli, sul ghiaccio, sembravano làmine di pattini. Le numerose scivolate erano drammatiche poiché, nella confusione generale, alcuni perdevano l'equilibrio e cadevano verso sinistra, cioè verso il precipizio, e la voragine della cava li inghottiva dopo una caduta verticale di cinquanta o sessanta metri; invece, quelli che ''partivano'' in scivolata verso destra, oltrepassavano la ''zona proibita'' e i tiratori scelti aprivano il fuoco su quei ''fuggiaschi''.|''I 186 gradini - Mauthausen'', pag. 10}}
 
Le sofferenze patite dai prigionieri del campo di Mauthausen-Gusen - aperto nel [[1938]] e affidato al comando di [[Franz Ziereis]], che lo tenne fino all'arrivo dei soldati statunitensi nel maggio [[1945]] - sono state, per testimonianza di diversi sopravvissuti all'[[Olocausto]], assolutamente terribili.
 
Spesso i prigionieri, esausti, collassavano di fronte ad altri prigionieri che formavano la linea, travolgendone a decine in un terribile ''effetto domino''. Le guardie armate di mitragliatrice si divertivano, per scommessa, a spingere verso il basso qualche internato per vedere quanti altri venivano travolti nella caduta. Un malcapitato, dopo essere stato spinto da una guardia, la trascinò con sé nel vuoto; dopo questo episodio le guardie mantennero un'adeguata distanza dai prigionieri.
 
[[File:Mauthausen-barracks.jpg|thumb|Il [[campo di concentramento di Mauthausen-Gusen|Il campo di concentramento di Mauthausen]] nel [[2005]]]]
Talvolta tale brutalità era ulteriormente accentuata: infatti, alcune volte, le guardie [[Schutzstaffel|SS]] costringevano i prigionieri - esausti per ore e ore di duro lavoro e arsi dalla sete e dalla fame - a salire le scale con i blocchi.
 
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Ad aggravare il tutto erano poi le pessime condizioni di vita al campo, la quasi totalità dei prigionieri era malnutrita e i decessi a causa delle condizioni igienico-sanitarie erano all'ordine del giorno.
 
È stato calcolato che, approssimativamente, 122.000 internati trovarono la morte a Mauthausen-Gusen, sebbene gli archivi dell'amministrazione del campo abbiano calcolato in 71.000 le vittime del ''campo di lavoro''.
 
== Luogo della memoria ==
[[File:Concentratiekamp Mauthausen.jpg|thumb|Il [[campo di concentramento di Mauthausen-Gusen|Il campo di concentramento di Mauthausen]]]]
Come luogo della memoria,<ref>Approfondimento e immagini: [http://xoomer.alice.it/elmo.verardo/Mauthausen.pdf "Mauthausen calvario dei deportati"]</ref> la località nel nord dell'Austria in riva al [[Danubio]] è diventata, dopo la fine della [[seconda guerra mondiale]], meta di visite da ogni parte del mondo. È stato calcolato che almeno diecimila persone visitino annualmente il complesso dell'ex-[[lager]] (un sentiero che attraverso i diversi luoghi del campo è punteggiato dai monumenti eretti dalle diverse nazioni a ricordo delle proprie vittime).
 
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== Altri progetti ==
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{{portale|letteratura|nazismo|storia}}