Pietro Secchia: differenze tra le versioni
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[[File:Palmiro Togliatti e Pietro Secchia.jpg|thumb|Secchia con [[Palmiro Togliatti]]]]
Dal 1946 al [[1954]] fu anche il responsabile dell'organizzazione e del settore
Spesso non in linea con la politica di Togliatti e considerato, a volte, come sua possibile alternativa, nel 1954 vide la sua posizione all'interno del partito iniziare ad indebolirsi: fu infatti prima affiancato e poi sostituito da [[Giorgio Amendola]] nella direzione organizzativa. Secchia e altri elementi vennero così progressivamente emarginati, formalmente per una politica di "rinnovamento", in realtà per far perdere potere e influenza nel partito agli esponenti meno propensi ad attuare politiche "riformiste" e di accomodamento (mentre continuava la cosiddetta "[[conventio ad excludendum]]", che di fatto rendeva impossibile l'ingresso nelle coalizioni politiche dei partiti considerati dalla DC e dai suoi alleati "estremisti", ovvero il PCI, che pure rappresentava larghe masse, e il MSI, formazione di destra che si rifaceva al ventennio mussoliniano). Inoltre, elemento da non sottovalutare, la scomparsa di Stalin e la denuncia del XX Congresso del PCUS avevano reso particolarmente scomoda la posizione delle componenti che erano legate ad una visione più organicamente leninista (delle quali Secchia era l'esponente di punta) sia nel partito, sia nell'ambito più vasto dell'elettorato del PCI, che vedeva minato il mito dell'URSS e di Stalin, e con essi, coloro che più di tutti ne rivendicavano un legame politico-ideale. Il declino di Secchia venne acuito, nel luglio dello stesso anno, dalla "fuga con la cassa"<ref>Non ci sono informazioni certe sull'ammontare della somma sottratta. Nel volume ''L'Italia del miracolo'' di [[Indro Montanelli]] e [[Mario Cervi]], editore Rizzoli, 1987, pag. 293, viene indicata la cifra di "circa un milione di dollari, 620 milioni di lire dell'epoca". Applicando il coefficiente di trasformazione Istat, 1954 - 2008, pari a 27,6615, si ottiene un valore di 8,86 milioni di euro, oltre 17 miliardi delle vecchie lire.</ref> e dalla sottrazione di alcuni documenti segreti del PCI da parte di uno dei suoi principali collaboratori, [[Giulio Seniga]]. L'episodio segnò la sua definitiva sparizione da incarichi di rilievo nazionale: costretto ad abbandonare la responsabilità dell'organizzazione nazionale, venne nominato responsabile, dal 1955 all'inizio del [[1957]], della segreteria regionale
Dalla fine degli [[Anni 1960|anni sessanta]] si dedicò molto alla [[politica internazionale]], lottò per l'
== Aspetti controversi ==
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