Concilio di Jamnia: differenze tra le versioni

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[[Jacob Neusner]] ha pubblicato dei libri nel 1987 e nel 1988 che hanno sostenuto che la nozione di un canone biblico nel giudaismo rabbinico non è stata preminente nel II secolo o anche più tardi, e che invece il "concetto di Torah" è stato allargato per includere la Mishnah, Tosefta, Talmud di Gerusalemme, Talmud babilonese e Midrashim <ref>Neusner, ''Judaism and Christianity in the Age of Constantine'', pp. 128–145; id., ''Midrash in Context: Exegesis in Formative Judaism'', pp. 1–22.</ref>.
 
Jack P. Lewis ha scritto<ref>''The Anchor Bible Dictionary'', vol. III, New York 1992, pp. 634–637.</ref>: {{Citazione|Il concetto del Consiglio di Jamnia è un'ipotesi per spiegare la canonizzazione deldegli Scritti (la terza divisione della Bibbia ebraica) con conseguente chiusura del canone ebraico. ... Questi dibattiti in corso suggeriscono la scarsità di prove su cui l'ipotesi del Consiglio di Jamnia si basa e solleva la questione se essa non sia servita alla sua utilità e [tale ipotesi] dovrebbe essere relegata al limbo delle ipotesi non fondate. Non bisognerebbe considerarla basata sul consenso solo per la mera ripetizione dell' affermazione.|}}
 
Albert C. Sundberg, Jr. ha scritto<ref>"The Old Testament of the Early Church" Revisited 1997.</ref>: