Via della Conciliazione: differenze tra le versioni

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Il suo progetto si inquadra nel più ampio piano operato dal [[regime (politica)|regime]] [[fascismo|fascista]] di ristrutturazione dei [[centro storico|centri storici]] [[Italia]]ni di cui il [[monumentalismo]] di [[Marcello Piacentini]] fu ispiratore ed autore.
Via della Conciliazione, in particolare, esemplifica lo stereotipo, diffuso tra i secoli XIX e XX, di una grande strada sull'asse del monumento architettonico.<ref>{{Cita|Benevolo|p. 86.}}</ref> Dunque, la sua realizzazione annullò l'invenzione [[architettura barocca|barocca]] ideata da [[Gian Lorenzo Bernini]], che aveva creato un suggestivo gioco prospettico, ponendo, in asse con la scomparsa via di Borgo Nuovo, il portone in bronzo che conduceva alla [[Scala Regia]], all'interno della cittadella vaticana; un sorprendente percorso che accompagnava lo spettatore dalle anguste e articolate strade della "Spina di Borgo" alla grandiosità della piazza San Pietro, dalla quale venivano offerti scorci verso la facciata della basilica e verso la [[cupola di San Pietro|cupola michelangiolesca]].<ref>{{Cita|Benevolo|pp. 54-60.}}</ref>
 
In un'intervista, [[Alberto Sordi]] ricorda com'era l'effetto di avvicinamento a Piazza San Pietro prima dell'abbattimento della Spina di Borgo:
{{quote|Avevo quattro anni quando vidi per la prima volta San Pietro e fu proprio per il Giubileo del 1925. Ero in compagnia di mio padre, venivamo da Trastevere, dove ero nato in via San Cosimato e dove vivevo con la mia famiglia. Arrivammo percorrendo i vicoli, che poi furono distrutti, di Borgo Pio: un ammasso di casupole, piazzette, stradine. Poi, dietro l’ultimo muro di una casa che si aprì come un sipario, vidi questa immensa piazza. Il colonnato del Bernini, la cupola. Un colpo di scena da rimanere a bocca aperta. Ecco, quello che ricordo di più di quel Giubileo fu questa sorpresa|Alberto Sordi intervistato da Roberto Rotondo per [[30Giorni]], N. 1, [[2000]]<ref>{{cita web|url=http://www.30giorni.it/articoli_id_14776_l1.htm|titolo=Un cristiano a Roma|autore=Roberto Rotondo|accesso=17-06-2015}} Intervista per [[30Giorni]], N. 1, [[2000]]</ref>}}
 
L'intervento novecentesco causò la perdita di buona parte del tessuto urbano del rione di Borgo, con la distruzione del [[Palazzo Caprini|palazzo dei Convertendi]] (di [[Bramante]] e [[Baldassarre Peruzzi]]), del [[palazzo Jacopo da Brescia]], del [[palazzo del Governatore (Roma)|palazzo del Governatore]], del [[palazzo Alicorni]], del [[palazzo Accoramboni]] (di [[Carlo Maderno]]) e della [[chiesa di San Giacomo a Scossacavalli]]. In alcuni casi i nomi dei vecchi edifici andarono ad identificare le nuove costruzioni. L'antica [[chiesa di San Lorenzo in Piscibus]] subì trasformazioni radicali e fu inglobata all'interno di nuovi edifici, mentre l'oratorio di [[Chiesa di Santa Maria Annunziata in Borgo|Santa Maria Annunziata in Borgo]] (''La Nunziatina'') fu ricostruito sul lungotevere Vaticano.