Falò: differenze tra le versioni

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Nel Nord-Ovest nel territorio delle [[Quattro province]] e specie in [[Val Trebbia]] si festeggia ancora oggi con la [[San Giuseppe#Fal.C3.B2 di San Giuseppe|Festa di San Giuseppe]] ([[19 marzo]]) il rito serale del ''Falò'', che segna il passaggio dall'[[inverno]] alla [[primavera]]. Con il falò viene anche bruciato un fantoccio, la "vecchia", che simboleggia l'inverno. Il rito risale all'antico popolo dei [[Liguri]], in occasione del particolare momento astronomico dell'[[equinozio]], poi la tradizione pagana si fuse con quella cristiana [[Monachesimo irlandese|celtico-irlandese]] dei monaci di [[San Colombano]], giunti in epoca [[longobardi|longobarda]]. Un tempo in tutte le vallate ardevano migliaia di falò, che infiammavano di un tenue rossore le serate della zona. Oggigiorno. i falò ardono ancora nei centri comunali con piccole [[sagra (festa)|sagre]] e canti. A [[Bobbio]] la festa è una tradizione millenaria<ref>[http://www.comune.bobbio.pc.it/Leggi_Articolo.asp?IDArt=221 Comune di Bobbio - Articoli<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, infatti furono i monaci irlandesi dell'[[Abbazia di San Colombano]], fondata nel [[614]], a coniugare il rito pagano con quello cristiano (luce che sconfigge le tenebre). L'usanza dei Liguri di accendere grandi falò a partire dal solstizio d'inverno sino all'epifania ("giorno della nascita di Gesù"),è sicuramente d'origine "pagana", consuetudine che ancora oggi si perpetua in molti Comuni dell'entroterra es: Rocchetta Nervina, Dolceacqua, Airole ecc. Gli antichi Liguri, vedevano il giorno e la luce del sole diminuire e la notte il buio aumentare, per esorcizzare l'avvenimento accendevano grandi falò, un rituale magico per suggerire al sole di donare nuova luce, calore e quindi nuova vita. il 25 dicembre era celebrato come il giorno della rinascita del sole e della natura, per questo vi era la tradizione dell'addobbo dell'albero con frutti e fiori, anche questo simbolo e propiziazione alla rinascita della natura, infine vi era la consuetudine rituale di fecondazione, spargendo sui campi la cenere dei falò.
 
In Liguria, in particolare nel capoluogo e nello spezzino si accendono ancora oggi i tradizionali falò ilnel giorno di S. Giovanni Battista. Nello spezzino tale falò viene chiamato in dialetto spezzinolocale ''battiston''.
 
Nel territorio circostante [[Milano]] i falò si accendono in prossimità del [[17 gennaio]], ricorrenza di [[Antonio abate|S. Antonio abate]], da cui la festa prende il nome popolare di "Falò di S. Antonio". Il fuoco costituisce uno degli attributi [[Iconografia|iconografici]] legati alla figura di S. Antonio, al punto che ad [[Fuoco di Sant'Antonio|alcune patologie]] caratterizzate da [[esantema|esantemi]] cutanei viene dato ancora oggi il nome [[Antonio abate#Il .22fuoco di sant.27Antonio.22|"Fuoco di S. Antonio"]]. La tradizione dei falò è tuttora viva persino in alcuni parchi pubblici di Milano: nel [[Parco delle Cave]] e nel [[Boscoincittà]] si accompagna abitualmente a [[canto popolare|canti popolari]], danze e alla degustazione di [[vin brulé]]. Da secoli, presso [[Linterno ("ad Infernum")|Linterno]]<ref>{{Cita news