Osteointegrazione: differenze tra le versioni

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Il termine '''osteointegrazione''', coniato alla fine degli [[anni 1960|anni sessanta]] da Per-Ingvar Branemark, professore [[Svezia|svedese]] di biotecnologia applicata è usato in [[odontoiatria]] e in [[medicina]] per definire l'intima unione tra un osso e un impianto artificiale senza [[tessuto connettivo]] apparente. Si definisce intima unione quando lo spazio e i movimenti relativi fra osso e impianto non superano i 100 micron.
 
In base alle conoscenze attuali, tale unione avviene solo quando l'impianto è realizzato in [[titanio]]<ref>{{Cita pubblicazione|nome = Marco|cognome = Salerno|nome2 = Angelo|cognome2 = Itri|nome3 = Marco|cognome3 = Frezzato|data = Jun 2015|titolo = Surface microstructure of dental implants before and after insertion: an in vitro study by means of scanning probe microscopy|rivista = Implant Dentistry|volume = 24|numero = 3|pp = 248-255|accesso = 2015-06-29|doi = 10.1097/ID.0000000000000244|url = http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25853585}}</ref>, anche se teoricamente qualsiasi materiale (preferibilmente metallico) che sia dotato di una micromorfologia adeguata e che sia privo di [[proteine]] potrebbe indurre osteointegrazione.
 
La velocità del processo di osteointegrazione e la sua quantità sono funzione del tipo di superficie dell'impianto, che può presentare una geometria tale da ''attrarre'' cellule [[Osteoblasti|osteoblaste]]. Una superficie liscia è meno adatta a questo scopo, per questo motivo si possono utilizzare trattamenti particolari, i più comuni sono la [[mordenzatura]] con acidi o la [[Sabbiatura (tecnologia)|sabbiatura]]. Studi recenti hanno dimostrato che se l'impianto viene dotato di una superficie di tipo spugnoso, il processo è notevolmente più rapido e intimo.<ref>[http://blog.panorama.it/hitechescienza/2008/10/27/odontoiatria-sempre-piu-su-misura-con-gli-impianti-sinterizzati Impianti sinterizzati]</ref> Per contro, una superficie spugnosa o con rugosità molto accentuata è molto più esposta a colonizzazioni batteriche che posso facilmente portare alla perdita dell'impianto stesso. <ref>[http://www.amicidibrugg.it/rivista/200702/art1_2.asp Perimplantite]</ref>