Chiesa di San Francesco alla Chiappetta: differenze tra le versioni

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=== La fondazione ===
[[File:Bolzaneto-San Francesco alla Chiappetta.jpg|thumb|left|Il convento di San Francesco alla Chiappetta]]
Il sito sul quale sorgono la chiesa e il convento di [[Francesco d'Assisi|San Francesco]] in origine‭ ‬ee fino alla metà dell'[[XIX secolo|Ottocento]]‭ ‬costituivacostituiva l'ultima propaggine della collina di [[Murta]] e si trovava sulla sponda destra del [[Polcevera (torrente)|Polcevera]],‭ ‬all’internoall’interno di un'ampia ansa formata dal torrente.
 
Secondo la tradizione, il terreno fu donato dalla nobile famiglia Lercari (che possedeva nella zona un palazzo di villeggiatura) allo stesso san Francesco, che sarebbe transitato da [[Genova]] nel 1213 durante il suo viaggio in [[Marocco]], ma non esistono documenti che attestino questo fatto.
 
La donazione del terreno è invece documentata da un atto notarile del 7 luglio 1280, in cui veniva definita la convenzione con la quale Costantino Lercari donava il terreno ai [[Ordine francescano|frati francescani]],‭ ‬perchéperché vi costruissero una chiesa e vi stabilissero una loro comunità.
Il testo della convenzione è riportato nel volume di P. Filippo Pittaluga <ref> P. Filippo Pittaluga (1927-1996) è stato [[parroco]] di San Francesco alla Chiappetta dal 1966 al 1982</ref> indicato in bibliografia.
 
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Negli anni immediatamente successivi fu edificato il convento e alcuni anni dopo l'annessa chiesa, come attestato da un piccolo [[bassorilievo]] in [[marmo]] raffigurante un ''[[Agnus Dei]]'' che porta la data del 5 luglio 1290, già collocato sopra l’ingresso principale e spostato all'interno della chiesa durante i lavori di ristrutturazione del 2012-2013.
 
Come attestato da un'[[epigrafe]] collocata nel corridoio adiacente al [[presbiterio]] della chiesa, nel‭ ‬1292‭1292‭ ‬ii fratelli Costantino e Ughetto Lercari fecero costruire nella chiesa una tomba per sé e per i propri discendenti;
 
{{Citazione|ANNO DEL SIGNORE 1292. SEPOLCRO DEL SIGNOR UGHETTO E DEL SIGNOR COSTANTINO LERCARI E DEI LORO EREDI CHE IN ONORE DI DIO E DELLA BEATA VERGINE MARIA E DEI SANTI E CIOÈ SAN FRANCESCO, SAN GIOVANNI BATTISTA E SAN GIULIANO DONARONO QUESTO LUOGO ALL'ORDINE DEI FRATI MINORI ED A PROPRIE SPESE LO EDIFICARONO E LO DOTARONO. IN CAMBIO DI QUESTO BENEFICIO I FRATI DI QUESTO LUOGO PREGHERANNO SEMPRE E CELEBRERANNO MESSE IN PERPETUO PER LA SALVEZZA DELLE ANIME LORO E DEI LORO EREDI IN VITA E IN MORTE.||ANNO DOMINI MCCLXXXXII. SEPUCLCRUM DOMINI UGETI ET DOMINI COSTANTINI LERCARIORUM ET HEREDUM SUORUM QUI AD HONOREM DEI ET BEATE VIRGINIS MARIÆ ET SANCTORUM SUORUM ET SCILICET SANCTI FRANCISCI SANCTI IOHANNIS BAPTISTE SANCTI IULIANI DONAVERUNT LUCUM ISTUM ORDINI FRATRUM MINORUM ET SUI EXPENSIS TOTUM LOCUM HEDIFICAVERUNT AC ET DOCTAVERUNT UNUM. PRO ISTO BENEFICIO FRATRES ISTIUS LOCI ORABUNT SAMPER ET MISAS CELEBRABUNT IN PERPETUUM IN VITA TALITER ET IN MORTE PRO SALUTE ANIMARUM SUARUM ET HEREDUM.|lingua=la}}
 
Nei secoli successivi, altre famiglie, nobili ‭(‬GhersiGhersi,‭ ‬SerraSerra e [[Spinola]]‭) ‬ee borghesi ‭(Cavo, ‬GiordanoGiordano, Sedevolpe,‭ ‬SeminoSemino,‭ Tatis, ‬Vinelli‭Vinelli‭), ‬finanziaronofinanziarono il convento in cambio del diritto alla sepoltura nella chiesa, come attestato da altre lapidi sepolcrali,‭ oggi collocate ‬nelnel pavimento del [[coro (architettura)|coro]].
 
Nel [[1563]] la chiesa fu consacrata da monsignor [[Gerolamo Ferragatta]], vescovo di [[Vire (Calvados)|Vire]], in [[Francia]] e futuro vescovo di [[Aosta]].
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Nel 1798, a seguito delle leggi napoleoniche sulla soppressione degli ordini religiosi, i frati francescani dovettero lasciare il convento e la chiesa fu affidata al clero diocesano fino al 1896, anno in cui poterono farvi ritorno. Al momento della soppressione del convento nel borgo della Chiappetta erano censite otto case, 14 botteghe, un mulino, cinque stalle e un'osteria; tutti questi immobili erano all'epoca ancora di proprietà del [[Chiesa di San Francesco di Castelletto (Genova)|convento di san Francesco di Castelletto]], dal quale fino al 1703 dipendeva quello della Chiappetta.
 
Nel 1805, dopo il forzato abbandono dei frati, i locali del convento furono venduti a privati, ad eccezione della chiesa con le sue pertinenze, che passò sotto la giurisdizione della [[Arcidiocesi di Genova|curia genovese]] e fu affidata al [[parroco]] di [[Chiesa di San Martino di Murta|S.‭ ‬MartinoMartino di Murta]]. Da allora, e fino al 1896, la chiesa fu amministrata da un “custode” (un [[presbitero|sacerdote]] con funzioni di [[cappellano]], nominato dal parroco di [[Murta]]) coadiuvato dai “massari” (detti anche “fabbriceri”), [[laico|laici]] che amministravano i beni ecclesiastici curando la manutenzione degli edifici e le spese per l’esercizio del culto. Nei primi tempi i custodi furono scelti tra sacerdoti appartenenti allo stesso ordine soppresso.‭
 
{{citazione|''Conventuali: avevano in città la [[Chiesa di San Francesco di Castelletto (Genova)|chiesa splendidissima di s. Francesco in Castelletto]], distrutta, dopo il 1798, insieme col convento. Quello che godevano alla Chiappetta in Polcevera non è al tutto abbandonato: la chiesa serve di sussidiaria, ed ha un cappellano, che da' genovesi chiamasi custode, titolo assai dicevole, e conforme alla disciplina antica.'' |[[Goffredo Casalis]], "Dizionario geografico, storico, statistico e commerciale degli stati di S.M. il Re di Sardegna", 1840}}
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Nella seconda metà dell’[[XIX secolo|Ottocento]] furono eseguiti diversi interventi all’interno della chiesa; i più significativi furono la decorazione dell’[[abside]] e del [[presbiterio]] e l’[[affresco]] nella [[volta (architettura)|volta]] della [[navata]], opera di [[Francesco Semino]], raffigurante ''San Francesco in gloria'' (1873).
 
Il convento e le sue pertinenze nel corso degli anni furono oggetto di vari cambi di proprietà, prima di ritornare all'Ordine Francescano nel 1896. Tra il 1878 e il 1895 i locali ospitarono provvisoriamente anche una sezione, con circa 100‭ ‬postiposti letto, dell'[[ospedale psichiatrico]] genovese, in attesa del completamento del complesso manicomiale di [[Cogoleto]].
 
Il 2 ottobre del 1896, in occasione della solennità di S. Francesco, i Frati Minori Conventuali presero nuovamente possesso della chiesa e del convento, dopo 98 anni di assenza.
 
=== Il Novecento ===
Nel 1925 il convento acquistò dal Comune di Bolzaneto un tratto del marciapiede all’esterno della chiesa per la costruzione delle tre cappelle laterali di destra, per ospitare gli altari, in precedenza interni alla navata,‭ ‬cheche risultava quindi assai angusta.
 
Nell'agosto del 1961 con decreto del cardinale [[Giuseppe Siri]] la chiesa, fu eretta in [[parrocchia]], affidata ai Frati Minori Conventuali.
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== Descrizione storico-artistica ==
=== Convento ===
Il convento della Chiappetta è un grande edificio su tre piani a pianta quadrata, con un piccolo [[chiostro]] interno, formato da 15‭ [[arco (architettura)|‬archiarchi]] sorretti da altrettante‭ [[colonna|‬colonnecolonne]].‭ Nel cortile interno del ‬chiostrochiostro si trova un [[pozzo]] in muratura risalente al [[XVII secolo]].
 
Un tempo, prima della costruzione dell’[[argine]] (che ora passa a pochi metri dall’edificio e sul quale corre la [[Ferrovia Torino-Genova|ferrovia Genova-Torino]]), alle spalle del convento vi era un vasto [[Orto (agricoltura)|orto]], coltivato dai frati e che costituiva una delle fonti principali del loro sostentamento. Questo orto si estendeva su terreni oggi occupati dall’argine stesso e dall’attuale corso del [[Polcevera (torrente)|torrente Polcevera]].
In origine l'orto costituiva una‭ “‬clausura all’aperto‭”, ‬cioècioè un appezzamento di terreno non accessibile ai laici, caratteristica dei più antichi conventi francescani.
 
=== Chiesa ===
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Questa ristrutturazione, conclusasi ai primi del [[XVIII secolo|Settecento]], viene attribuita all'[[architetto]] e [[stuccatore]] lombardo [[Francesco Muttoni]] (1668-1747), autore anche dei disegni dell'altare maggiore e degli altari laterali.
 
‭L'interno della chiesa è stato interamente decorato ‬nel‭nel‭ ‬1867‭1867‭ ‬daglidagli indoratori e pittori genovesi [[Giuseppe Leoncini]] e [[Paolo Boccardo]].‭
 
Nella controfacciata, al di sopra dell'ingresso principale è un pregevole [[Organo (musica)|organo]], fabbricato nel [[1884]] dalla ditta [[Mascioni]] di [[Cuvio]] ([[provincia di Varese|Varese]]).
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==== Cappelle laterali ====
Lungo la navata si trovano sei‭ ‬cappellecappelle,‭ ‬tretre per ciascun lato, che ospitano gli altari secondari.
 
===== Altari a sinistra =====
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=== Oratorio ===
L'oratorio della locale [[confraternita (Chiesa cattolica)|confraternita]],‭ che fa parte del complesso conventuale, era ‬dedicatodedicato alla [[Natività di Maria|Natività della Beata Vergine]],‭ ma ‬comunementecomunemente è chiamato ''oratorio di san Francesco''. Se ne hanno notizie documentate dalla metà del‭ [[XV secolo]]. Documenti di archivio attestano la vitalità‭ della confraternita ‬di‭di‭ ‬sansan Francesco nel corso dei secoli, prima della sua soppressione nel 1811.
Un tempo le pareti erano decorate con dodici grandi affreschi raffiguranti episodi della vita di San Francesco. L'edificio, riacquistato dai francescani nel 1928, dal 1929 per molti anni divenne un [[teatro]] in cui operava una piccola compagnia [[Dramma|filodrammatica]]; dopo alcuni anni di abbandono, nel 1976 fu trasformato in [[palestra]], da alcuni anni è utilizzato come salone per incontri e manifestazioni.