Tempo (periodico): differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
integrazione
Riga 20:
 
==Storia==
===Dalla fondazione al 1943===
Ispirato al settimanale [[statunitense]] ''[[Life (rivista)|Life]]'', ''Tempo'' si era prefissato di essere il rivale di ''[[Oggi (rivista)|Oggi]]'', settimanale della concorrente [[Rizzoli]].
 
Line 42 ⟶ 43:
Tra gli scrittori pubblicati, troviamo [[Paola Masino]] (edizione a puntate di ''Nascita e morte della massaia'' nel 1941), [[Felice Bellotti]], autore di numerosi reportage di viaggio, [[Massimo Bontempelli]] (edizione a puntate di ''[[Giro del sole]]'', [[1939]]) e [[Curzio Malaparte]].
 
Il settimanale ebbe un buon successo. Nel primo anno vendette 100.000 copie, che diventarono 170.000 nel [[1943]]. In quell'anno le pubblicazioni dovettero essere sospese a causa della [[Seconda guerra mondiale|guerra]].
 
Tra il 1937 e il 1943 il regime fascista sovvenzionò la maggior parte delle riviste italiane: sia per garantirsi il loro appoggio sia per controllarne i contenuti<ref name="Sedita">Giovanni Sedita, ''Gli intellettuali di Mussolini'', Firenze, Le Lettere, 2010.</ref>. La rivista che in questo periodo raggiunse il massimo dei finanziamenti fu ''Tempo''. Nel 1941 la [[Germania nazista]] aveva assunto il controllo della Francia e di quasi tutta la [[Mitteleuropa]] (compresa metà della [[Polonia]]). Nelle aree controllate si potevano leggere solamente giornali tedeschi. Il fascismo italiano decise di controbilanciare la propaganda nazista introducendo e diffondendo nei territori occupati e in [[Spagna]] una rivista italiana. La scelta cadde su ''Tempo''.
 
Mondadori s'impegnò a pubblicare il periodico in sette lingue straniere. Lo sforzo della casa editrice fu enorme. La [[tiratura]] dell'edizione tedesca (nata nel 1940) raggiunse le 500.000 copie; quella in francese (dal 1942) 135mila; in romeno 50mila; in ungherese 30mila; in spagnolo (dal 1941) 23mila; in croato 18.500; in albanese 10mila<ref name="Sedita"/>.
 
Nel periodo della [[seconda guerra mondiale]], i finanziamenti del regime al periodico raggiunsero l'astronomica cifra di 47.191.280 lire (la media per una rivista andava dalle 100.000 lire ai 3,5 milioni).
 
Nel [[1943]] cominciarono ad apparire i primi segni di cedimento: prima le lingue furono ridotte a tre, poi l'iniziativa fu sospesa. Dopo il 25 luglio 1943 fu sospesa anche la pubblicazione della rivista in italiano.
 
===Dal 1946 al 1976===
Ceduto nel [[1946]] all'editore Aldo Palazzi, riprese le pubblicazioni sotto la direzione di Arturo Tofanelli (già redattore capo durante la direzione di Alberto Mondadori). Durante la sua lunghissima direzione (1946-1969), Tofanelli fece scuola per le numerose intuizioni, che si tradussero in un congruo aumento della diffusione. Tra esse, la serie ''Documenti di Tempo'' (''vedi infra''). Negli anni Cinquanta pubblicò a dispense (abbinate al settimanale) il libro di [[Piero Scanziani]]: ''L'avventura dell'uomo''. La pubblicazione fece raggiungere al rotocalco la cifra di due milioni di copie vendute. Tofanelli chiamò a collaborare al settimanale scrittori di prestigio: convinse
[[Curzio Malaparte]], che era in esilio volontario a [[Parigi]], a tornare in Italia<ref>{{cita web|url=http://www.massimofini.it/1986/bilancio-di-una-rubrica|titolo=Bilancio di una rubrica|accesso=9 dicembre 2014}}</ref> e a tenere una rubrica sul settimanale, «Battibecco». Anche [[Pier Paolo Pasolini]] tenne una sua rubrica, «Il caos», fra il 1968 e il 1970.
 
==Edizioni in altre lingue==
Nel 1940 viene lanciata una versione in tedesco, seguita nel 1941 da una in spagnolo e, nel 1942, in francese.
 
==Documenti di Tempo==