Luisa Granito: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
=== L'infanzia e l'istruzione ===
[[File:Villa Ricciardi da Via S.Domenico.JPG|thumb|[[Villa Ricciardi]]; nel rinomato quartiere napoletano del [[Vomero]], fu dal [[1817]] la casa di Luisa Granito e della sua famiglia, nonché uno dei salotti più in vista della Napoli settecentesca.<ref name="ReferenceA">{{Cita|Angela Russo, 2006|pag. 33}}</ref>]]
Luisa fu la ventunesima figlia del [[marchese]] di [[Castellabate]] Angelo Granito e di Nicoletta dei marchesi Cavaselice Salernitani.<ref>{{Cita|Angela Russo, 2006|pag. 28}}</ref>
 
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=== La rivolta napoletana del 1799 ===
Ben presto il rapporto tra il padre confessore e Luisa divenne amichevole fino al punto che questa, durante le vicende della [[Repubblica Napoletana (1799)|Repubblica Napoletana]] nel [[1799]], riuscì a salvargli la vita opponendosi alla [[condanna a morte]] che il re [[Ferdinando I delle Due Sicilie|Ferdinando IV]] gli aveva inflitto. Oltre il vescovo aiutò anche altri patrioti napoletani.<ref>{{Cita|Angela Russo, 2006|pag. 29}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.cdlstoria.unina.it/storia/dipartimentostoriaold/donne/invisi/profili/granito.htm|titolo=Il Risorgimento invisibile - Luisa Granito}}</ref>
 
In quei giorni concitati per la Repubblica Napoletanea, Luisa salvò dalla furia del popolo anche una sua cara amica, la [[duchessa]] di [[Popoli (Italia)|Popoli]] Maria Antonia Carafa<ref>Così viene descritta Maria Antonia Carafa da [[Giuseppe Ricciardi (1808)|Giuseppe Ricciardi]], figlio di Luisa Granito:
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=== La vita sociale e la famiglia Ricciardi ===
All'età di 31 anni Luisa sposò, contro il volere dei suoi genitori<ref>I genitori non approvavano questa unione perché Francesco Ricciardi non era di rango nobile come la figlia ma svolgeva la professione di semplice avvocato</ref>, [[Francesco Ricciardi]], dal quale ebbe cinque figli; Elisabetta, Irene, Giulio, Giuseppe e Giovanni, l'ultimo nato morì alla giovanissima età di 14 mesi. Luisa volle allattare lei tutti i suoi figli e questo è un fattore sociale che la pone in uno sguardo moderno, non usuale per l'epoca, poiché era espressa abitudine che le aristocratiche affidassero la cura dei propri figli, compreso l'allattamento, alle istitutrici.
 
Ma Luisa volle occuparsi personalmente anche dell'istruzione dei suoi figli, esigendo che le sue due bambine potessero disporre di basi adeguate per l'apprendimento, nonostante nella società settecentesca le figlie femmine non potevano avere facile accesso allo studio.
 
In una sua lettera scritta nell'ottobre del [[1793]] a monsignor Della Torre, Luisa si era già domandata se a causa della difficile condizione sociale che viveva la donna in quell'epoca, vi si potesse mai giungere ad una qualche uguaglianza con il genere maschile nell'istruzione:
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Le fu risposto dal monsignor Della Torre che la donna poteva avere diverse discipline nelle quali ella poteva eccellere al pari di un uomo; l'arte, la [[poesia]], lo studio delle lingue erano tra queste. Mentre riservava altre discipline che richiedevano fisicità agli uomini; tra queste la navigazione, l'arte della guerra, l'[[astronomia]]. Mantenendo una certa coerenza con il pensiero sociologico dell'epoca.
 
Luisa conscia del proprio contesto culturale, insegnò alle sue due figlie molte discipline scolastiche, portando Elisabetta ed Irene ad essere considerate come due tra le giovani donne più istruite della Napoli borbonica<ref name=notadue/>.
 
La [[scrittrice]] [[Irlanda|irlandese]] Lady [[Marguerite di Blessington]], frequentando la famiglia Ricciardi, fece diversi elogi alle figlie di Luisa definendole dilette nella cultura poetica e [[matematica]], oltre che musicale e linguistica.<ref name=notadue>{{Cita|Angela Russo, 2006|pag. 32 - 33}}</ref>
 
Inoltre Luisa si occupava anche dell'amministrazione economica e domestica dei terreni del marito, divenuto nel frattempo [[conte]] per volere di [[Gioacchino Murat]] e quasi sempre impegnato nei pubblici affari. La Villa dei Ricciardi divenne meta di importanti personalità napoletane, definita il ''centro'' degli incontri politici di quelle personalità che formarono poi i [[Storia del Regno delle Due Sicilie nel 1848|moti rivoluzionari napoletani]] del [[1848]]<ref>{{Cita|Angela Russo, 2006|pag. 33}}<name="ReferenceA"/ref>.
 
Non bisogna infatti dimenticare il lato ''ribelle'' di Luisa Granito, la quale trasmise al figlio, [[Giuseppe Ricciardi (1808)|Giuseppe Ricciardi]] (futuro esponente e politico del movimento [[patriota]] pro-[[Italia]]) le sue idee popolari, o certamente fece parte della sua formazione ideologica per ammissione del figlio stesso: