Arnold Sommerfeld: differenze tra le versioni

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Durante la sua lunga carriera di ordinario a Monaco, Sommerfeld coltivò con grande passione la propria figura di insegnante: le sue ricerche non furono mai individuali, in quanto tendeva a coinvolgere i suoi allievi più brillanti. Egli li caricò sempre di grande responsabilità, assegnando loro compiti stimolanti e spingendoli sempre a superare i loro limiti.
 
Sommerfeld si configurò come un abile tessitore di una rete di contatti tra i propri studenti e i più chiari esponenti della comunità scientifica. Infatti, poco dopo aver individuato in Heisenberg un brillante studente interessato alla teoria atomica, gli chiese: “'Le farebbe piacere conoscere Bohr?' […] Esitai per un attimo, perché il biglietto fino a Gottinga andava molto al di là di quanto potessi allora permettermi. Sommerfeld probabilmente capì il mio imbarazzo, e subito aggiunse che le spese sarebbero state a suo carico”.<ref>Werner Heisenberg, Physics and Beyond. Encounters and Conversations, 1971, Harper & Row (New York), trad. di Marco e Dida Paggi.</ref> Si può notare come Sommerfeld fosse interessato al progresso della scienza anche attraverso una creazione di una rete internazionale di scienziati e si può considerare il diretto responsabile degli incontri di Heisenberg con [[Born]], Bohr e Einstein, così come molti altri tra i propri studenti e i luminari del tempo.
 
Tra gli autori delle circa trenta tesi di dottorato che supervisionò negli anni di Monaco, si annoverano, oltre ai già ricordati Pauli ed Heisenberg, [[Peter Debye]] (dottorato nel 1908) e [[Hans Bethe]] (dottorato nel 1928), tutti vincitori del premio Nobel per la fisica. Altri studenti notabili furono: [[Alfred Landé]], [[Walter Heitler]], [[Rudolf Peierls]], [[Karl Bechert]], [[Hermann Brück]], [[Paul Peter Ewald]], [[Eugene Feenberg]], [[Herbert Fröhlich]], [[Erwin Fues]], [[Ernst Guillemin]], [[Helmut Hönl]], [[Ludwig Hopf]], [[Adolf Kratzer]], [[Otto Laporte]], [[Wilhelm Lenz]], [[Karl Meissner]], [[Rudolf Seeliger]], [[Heinrich Welker]], [[Gregor Wentzel]] e [[Léon Brillouin]]. Altri studenti che effettuarono incarichi di post-dottorato con Sommerfeld divennero in seguito famosi e in particolare [[Linus Pauling]], [[Isidor I. Rabi]] e [[Max von Laue]] furono insigniti del premio Nobel.
 
Born pensava che Sommerfeld fosse uno scopritore e un catalizzatore di talenti: “la fisica teorica è una materia che attrae i giovanissimi dotati di una mente filosofica, che si interrogano circa le questioni più profonde senza basi sufficienti. Era proprio questo tipo di principianti che egli sapeva come plasmare, conducendoli passo dopo passo alla consapevolezza delle loro effettive carenze conoscitive e fornendoli delle capacità necessaria per intraprendere fertili ricerche. [...] Egli aveva la rara abilità di trovare tempo da dedicare agli allievi, nonostante gli incarichi e l'attività di ricerca”.
 
Le capacità didattiche di Sommerfeld avevano ricevuto uno sviluppo sistematico e, con l'accrescersi dell'esperienza, dettarono un'organizzazione standard: i suoi corsi venivano tenuti per quattro ore alla settimana, 13 settimane nel primo semestre e 11 settimane nel secondo. Ma a rapire gli studenti erano soprattutto la vasta tipologia di approfondimenti che Sommerfeld forniva e richiedeva. Non era raro che invitasse i propri allievi a partecipare a gite in montagna in cui le escursioni e le sciate erano intervallate da lunghe discussioni di fisica, matematica e filosofia. Inoltre, per tutta la sua carriera di insegnante a Monaco, egli tenne tutte le settimane un seminario pomeridiano di due ore in cui incalzava le giovani menti con gli argomenti più accesi e dibattuti della fisica contemporanea. Tali seminari non avevano il solo scopo di mettere al corrente gli studenti sulle nuove tematiche affrontate dalla fisica, ma di farvici prendere dimestichezza, di misurare le proprie competenze e, in alcuni casi, contribuirvi. Per questo Sommerfeld chiedeva che, dopo aver loro esposto un nuovo argomento, fossero gli stessi studenti a trovare autonomamente un particolare approfondimento da presentare in una esposizione orale la successiva settimana. Tale metodo didattico risultava quindi, per così dire, auto-alimentato in quanto ogni elaborato personale presentato al seminario diventava un nuovo spunto di discussione e la possibile base di un lavoro ulteriore.
 
Tali seminari non avevano il solo scopo di mettere al corrente gli studenti sulle nuove tematiche affrontate dalla fisica, ma di farvici prendere dimestichezza, di misurare le proprie competenze e, in alcuni casi, contribuirvi. Per questo Sommerfeld chiedeva che, dopo aver loro esposto un nuovo argomento, fossero gli stessi studenti a trovare autonomamente un particolare approfondimento da presentare in una esposizione orale la successiva settimana. Tale metodo didattico risultava quindi, per così dire, auto-alimentato in quanto ogni elaborato personale presentato al seminario diventava un nuovo spunto di discussione e la possibile base di un lavoro ulteriore.
 
== Opere ==