Raimundo Orsi: differenze tra le versioni

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== Carriera ==
Fece il suo esordio nel campionato argentino il 30 novembre [[1919]] contro l'[[Estudiantes Buenos Aires]] con la maglia dell'[[Independiente]], squadra nella quale militò sino al 1928. Venne convocato per la prima volta nella [[nazionale di calcio dell'Argentina|nazionale argentina]] nel [[1924]], ma solo nel [[1927]] ne divenne un titolare stabile. Con la Nazionale ''Albiceleste'' disputò il torneo [[Giochi della IX Olimpiade|olimpico]] nel [[1928]], arrivando a disputare la finale contro l'{{NazNB|CA|URY}}, poi vincitrice.
[[File:Mario Magnozzi and Raimundo Orsi.jpg|thumb|left|Orsi, con [[Mario Magnozzi]], indossa la maglia dell'{{NazNB|CA|ITA}}.]]
 
Fu probabilmente grazie alla vetrina olimpica che la famiglia [[Agnelli (famiglia)|Agnelli]] se ne invaghì e fece di tutto per portarlo alla [[Juventus]]. La trattativa fece scalpore all'epoca: ci si trovò di fronte ad un episodio di "calciomercato" dal sapore quasi contemporaneo, a causa della complessa contrattazione con il suo club di provenienza e in ragione dello stipendio offerto al giocatore, decisamente elevato per gli standard dell'epoca (100.000 lire +8.000 lire al mese). Inoltre il regolamento, in quell'anno, vietava il tesseramento di giocatori stranieri anche se "oriundi" e quindi Orsi poté scendere in campo solo all'inizio della stagione [[Serie A 1929-1930|1929/-30]]. In Italia Orsi confermò la sua fama internazionale, diventando una delle colonne della Juventus degli [[Anni 1930|anni trenta]] che vinse ben cinque [[scudetto|scudetti]] consecutivi, tra il [[Serie A 1930-1931|1930-31]] ed il [[Serie A 1934-1935|1934-35]]. In ''bianconero'' collezionò 177 presenze, realizzando ben 77 gol.
Fece il suo esordio nel campionato argentino il 30 novembre [[1919]] contro l'[[Estudiantes Buenos Aires]] con la maglia dell'[[Independiente]], squadra nella quale militò sino al 1928. Venne convocato per la prima volta nella [[nazionale di calcio dell'Argentina|nazionale argentina]] nel [[1924]], ma solo nel [[1927]] ne divenne un titolare stabile. Con la Nazionale ''Albiceleste'' disputò il torneo [[Giochi della IX Olimpiade|olimpico]] nel [[1928]], arrivando a disputare la finale contro l'{{NazNB|CA|URY}}, poi vincitrice.
 
Fu probabilmente grazie alla vetrina olimpica che la famiglia [[Agnelli (famiglia)|Agnelli]] se ne invaghì e fece di tutto per portarlo alla [[Juventus]]. La trattativa fece scalpore all'epoca: ci si trovò di fronte ad un episodio di "calciomercato" dal sapore quasi contemporaneo, a causa della complessa contrattazione con il suo club di provenienza e in ragione dello stipendio offerto al giocatore, decisamente elevato per gli standard dell'epoca (100.000 lire +8.000 lire al mese). Inoltre il regolamento, in quell'anno, vietava il tesseramento di giocatori stranieri anche se "oriundi" e quindi Orsi poté scendere in campo solo all'inizio della stagione [[Serie A 1929-1930|1929/30]].
 
In Italia Orsi confermò la sua fama internazionale, diventando una delle colonne della Juventus degli [[Anni 1930|anni trenta]] che vinse ben cinque [[scudetto|scudetti]] consecutivi, tra il [[Serie A 1930-1931|1930/31]] ed il [[Serie A 1934-1935|1934/35]]. In ''bianconero'' collezionò 177 presenze, realizzando ben 77 gol.
 
In linea con la politica spesso seguita dal regime fascista in quegli anni, Orsi fu ben presto naturalizzato come [[oriundo]] e poté giocare in [[nazionale di calcio italiana|nazionale]]: esordì con una doppietta contro il {{NazNB|CA|PRT}} il 6 dicembre [[1929]] a [[Milano]].
 
Con la nazionale azzurra Orsi si laureò campione del mondo nel [[1934]] nell'edizione della [[Campionato mondiale di calcio 1934|Coppa Rimet]] disputatasi in [[Italia]], torneo nel quale siglò 3 reti. Riportò inoltre le vittorie del [[Coppa Internazionale 1927-1930|1930]] e [[Coppa Internazionale 1933-1935|1935]] nella [[Coppa Internazionale]].
 
In linea con la politica spesso seguita dal regime fascista in quegli anni, Orsi fu ben presto naturalizzato come [[oriundo]] e poté giocare in [[nazionale di calcio italiana|nazionale]]: esordì con una doppietta contro il {{NazNB|CA|PRT}} il 6 dicembre [[1929]] a [[Milano]]. Con la nazionale azzurra Orsi si laureò campione del mondo nel [[1934]] nell'edizione della [[Campionato mondiale di calcio 1934|Coppa Rimet]] disputatasi in [[Italia]], torneo nel quale siglò 3 reti. Riportò inoltre le vittorie del [[Coppa Internazionale 1927-1930|1930]] e [[Coppa Internazionale 1933-1935|1935]] nella [[Coppa Internazionale]].
Orsi lasciò la nazionale ed il calcio italiano nel [[1935]] per tornare in patria, ma la sua carriera non era ancora conclusa: giocò infatti ancora una stagione nella sua vecchia squadra, l'Independiente, per poi passare ai rivali del [[Boca Juniors|Boca]] e poi ancora nel [[Platense]] e nell'[[Club Almagro|Almagro]]. Trasferitosi in [[Uruguay]] nel [[1938]] contribuì alla vittoria del [[Peñarol]] nel campionato di quell'anno e concluse la sua carriera in [[Brasile]] dove, con il [[Flamengo]] vinse il [[Campionato carioca]] del 1939.
 
Orsi lasciò la nazionale ed il calcio italiano nel [[1935]] per tornare in patria, ma la sua carriera non era ancora conclusa: giocò infatti ancora una stagione nella sua vecchia squadra, l'Independiente, per poi passare ai rivali del [[Boca Juniors|Boca]] e poi ancora nel [[Platense]] e nell'[[Club Almagro|Almagro]]. Trasferitosi in [[Uruguay]] nel [[1938]] contribuì alla vittoria del [[Peñarol]] nel campionato di quell'anno e concluse la sua carriera in [[Brasile]] dove, con il [[Flamengo]] vinse il [[Campionato carioca]] del 1939. Curiosamente Orsi vestì nuovamente la maglia della nazionale argentina nel [[1936]], disputando la sua tredicesima ed ultima partita contro gli storici rivali dell'Uruguay.
 
Fra i giocatori "oriundi", Orsi è stato a lungo quello che più volte ha vestito la maglia azzurra, superato solo in tempi recenti da [[Mauro Germán Camoranesi|Mauro Camoranesi]]: ben 35 presenze con 13 reti, la più importante delle quali nella finale di coppa del Mondo contro la {{NazNB|CA|CSK}} il 10 giugno [[1934]] a [[Roma]]: con quella rete gli azzurri pareggiarono il vantaggio di [[Antonín Puč]] a 9 minuti dalla fine e arrivarono ai [[tempi supplementari]], dove [[Angelo Schiavio]] sancì la vittoria italiana.