Demetrio II Nicatore: differenze tra le versioni

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Demetrio non fu un sovrano popolare, in quanto i siriani non avevano rispetto per un ragazzo salito al trono con l'aiuto degli Egiziani e dei mercenari cretesi: gli abitanti di [[Antiochia di Siria]] offrirono il trono a Tolomeo VI, che già aveva conquistato per sé gran parte della Siria meridionale. Tolomeo, però, insistette che il trono fosse dato a Demetrio, principalmente perché sapeva che i [[Repubblica Romana|Romani]] non avrebbero tollerato la creazione di uno stato [[ellenismo|ellenistico]] unificato. Alessandro cercò un ultimo disperato tentativo di mantenere il proprio trono, ma, sconfitto nella [[battaglia di Antiochia (145 a.C.)]], fuggì presso i [[Nabatei]], i quali, volendo rimanere in buoni rapporti con l'Egitto, gli tagliarono la testa inviandola a Tolomeo; il faraone, però, era stato mortalmente ferito e le truppe egiziane tornarono a casa senza comandante e disilluse: con Tolomeo e Bala morti, Demetrio rimase l'unico sovrano dell'Impero seleucide.
 
Il dominio di Demetrio non era ancora consolidato, e venne duramente messo alla prova dalla rivolta degli antiochieni, causata dal saccheggio operato dai soldati cretesi: solo dopo un terribile massacro venne restaurato l'ordine. Poco dopo il generale [[Diodoto Trifone|Diodoto]] conquistò Antiochia, dove fece proclamare sovrano seleucide il proprio protettprotetto, [[Antioco VI]] Dioniso, il figlio infante di Alessandro Bala. Demetrio non riuscì a riconquistare la propria capitale, e decise quindi di stabilirsi a [[Seleucia]]. Pochi anni dopo Diodoto fece deporre Antioco e disi fece proclamare sovrano col nome di Trifone, ma la divisione del regno tra il legittimo erede seleucide e l'usurpatore ad Antiochia rimase.
 
== Sconfitta e prigionia ==