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Il 28 gennaio le residue forze della 6ª Armata vennero ulteriormente frazionate in tre gruppi: a nord i resti del 11º Corpo d'armata, con reparti di sei divisioni, rimasero nel settore delle fabbriche, al centro l'8º e il 51º Corpo d'armata erano isolati nel quartiere della scuola dei meccanici; a sud, nelle macerie intorno alla Piazza Rossa, si raccolsero gli ultimi reparti del 4º Corpo d'armata e del 14º ''Panzerkorps''. La disgregazione delle truppe tedesche era ormai incontrollabile: il 29 gennaio anche il generale Schlömer e gli ufficiali del 14º ''Panzerkorps'' si arresero dopo essere stati accerchiati nell'edificio della prigione cittadina<ref>F.de Lannoy, ''La bataille de Stalingrad'', pp. 140-141.</ref>.
 
Il 30 gennaio Hitler nominò alla grado più elevato di [[feldmaresciallo]] quattro ufficiali superiori dell'esercito: [[Maximilian von Weichs]], [[Ewald von Kleist]], [[Ernst Busch (militare)|Ernst Busch]] e Friedrich Paulus. Il comandante della 6ª Armata interpretò questa promozione come un "invito al suicidio"; verosimilmente tra le motivazioni del Führer c'era l'intenzione di trasformare la tragica fine dell'armata accerchiata in un mito di fedeltà e di resistenza anche attraverso il sacrificio dei comandanti supremi<ref>A.Beevor, ''Stalingrado'', p. 417.</ref>.
 
Al mattino del 31 gennaio i soldati della 64ª Armata del generale Sumilov avanzarono nel centro di Stalingrado; le ultime resistenze vennero superate con lanciafiamme, granate, fuoco di mortai e di artiglieria<ref>A.Beevor, ''Stalingrado'', p. 419.</ref>. La Piazza Rossa venne raggiunta dalla 38ª Brigata motorizzata di fucilieri e dal 329º Battaglione del genio che circondarono i magazzini ''Univermag'' nei cui sotterranei era stabilito il quartier generale della 6ª Armata con il feldmaresciallo Paulus e il generale Schmidt. I soldati superstiti della 71ª Divisione fanteria, al comando del colonnello Roske, decisero di cedere le armi e alle ore 7.45 i tenenti Ilcenko e Mezirko scesero nei sotterranei con un piccolo gruppo di soldati per intimare la resa<ref>J.Erickson, ''The road to Berlin'', pp. 38.</ref>. Dopo una serie di discussioni tra il generale Schmidt ed il colonnello Lukin e il tenente colonnello Ryjov, inviati dalla 64ª Armata dopo il rapporto del tenente Ilcenko, alle ore 10.00 il generale Laskin, il capo di stato maggiore della 64ª Armata a sua volta sopraggiunto, ricevette la resa e uscirono dal rifugio come prigionieri il feldmaresciallo Paulus, molto provato fisicamente e psicologicamente, il generale Schmidt e il colonnello Adam, che furono subito trasferiti al posto di comando del generale Sumilov<ref>F.de Lannoy, ''La bataille de Stalingrad'', pp. 142-143.</ref>.