Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band: differenze tra le versioni

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== Commento all'album ==
Quando il primo Giugno 1967 apparve al mondo Sgt. Pepper’s, la “rivoluzione” iniziata quattro anni prima dai Beatles raggiunse il suo momento più importante. Sgt. Pepper’s, opera d’arte fondamentale del secolo XX, rappresentava infatti il simbolo del definitivo cambiamento, non solo in campo musicale, ma anche, e soprattutto, politico, sociale, visivo e artistico, di una generazione che aveva superato finalmente il trauma dei terribili conflitti mondiali e poneva le basi di una nuova società. La copertina di questo straordinario Lp, primo concept album della millenaria storia della musica, svolgeva un ruolo centrale nella nuova “prospettiva del mondo” proposta dai Beatles. L’idea, geniale, di mettere insieme i personaggi simbolo dei quattro artisti di Liverpool era infatti una chiara metafora della contemporaneità dove ogni individuo - e più in generale la realtà nella quale inesorabilmente ogni individuo è immerso - non è altro che caos, ossia un magmatico insieme di contraddizioni prive di un fine, di un senso definito, se non quello che può essere dato da ogni essere vivente inteso nella sua unicità. Questa tensione, presente in tutto l’album, si condensa particolarmente nelle note e nel testo della track finale A day in the life la quale afferma da un lato la transitorietà dell’esistenza e dall’altro la necessità di cercare la verità che in essa si cela, una verità che però non è oggettiva e risolutrice: la verità alla quale allude la coppia Lennon McCartney è infatti nel sogno, ossia la più intima, effimera e soggettiva tra le esperienze umane. Il sogno, non a caso, è il tema dominante anche di un’altra celebre canzone di Sgt. Pepper’s, Lucy in Sky with Diamonds, dove si sostiene che, una volta raggiunta la consapevolezza che la soggettività sia la sola verità che possa essere perseguita, la spiritualità interiore diventa l’unico mondo possibile nel quale essere ogni qual volta lo si desideri.
Con Sgt. Pepper’s si apriva dunque un’era di libertà che rompeva definitivamente con ogni forma di dogma, religione, ideologia o precetto precostituito, un’era nella quale tutto veniva e doveva essere messo in continua discussione. Non a caso nella già citata copertina di questo incredibile album spiccano, tra gli innumerevoli personaggi presenti, [[Albert Einstein]], il fisico che ha rivoluzionato con la sua “Teoria[[Teoria della Relatività”Relatività]] il pensiero scientifico, [[Marlon Brando]], attore simbolo della ribellione, [[Karl Marx]], il filosofo che nel bene e nel male ha ispirato la gran parte delle esperienze rivoluzionarie del Novecento, e [[Aleister Crowley]], mago e satanista, famoso per il motto «fai ciò che vuoi», che testimoniano la centralità dell’individuo e la sua libertà da qualsiasi forma di astrazione aprioristica. Del resto, lo stesso Lennon già nel febbraio del ’67 affermava in Strawberry Fields Forever che Niente è reale, («Nothing is real») poiché ogni individuo crea di volta in volta una propria realtà in continuo divenire («And nothing to get hungabout»), che può trovare un senso, appunto, nella già citata unicità complessa dell’esperienza onirica-artistica («No one I think is in my tree, / I mean it must be high or low / That is you can’t you know tune in /But it’s all right, / That is I think it’s not too bad»): il sogno diventa così una vera e propria metafora dell’attuazione della propria creatività personale («Strawberry Fields Forever»).
 
== Commento ai brani ==