Tito Manlio Torquato (console 235 a.C.): differenze tra le versioni

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Nel [[224 a.C.]], console per la seconda volta, condusse con successo la guerra contro i [[Galli]] nel nord d'Italia a lato dell'altro console [[Quinto Fulvio Flacco (console 237 a.C.)|Quinto Fulvio Flacco]]. Furono i primi generali romani a passare il [[Po]]. Nel [[216 a.C.]] si oppose al riscatto dei Romani presi prigionieri nella [[battaglia di Canne]]; e nel [[215 a.C.]] fu inviato in Sardegna con una nuova legione,<ref>{{cita|Livio|XXIII, 34.13-15}}.</ref> dove debellò una rivolta capeggiata da [[Ampsicora]], favorita dai cartaginesi desiderosi di rimpossessarsi dell’isola.<ref>{{cita|Periochae|23.14}}.</ref>
 
Nel [[212 a.C.]] fu anche candidato comea pontefice massimo, ma non ottenne la carica.<ref>{{cita|Livio|XXV, 5.3-4}}.</ref> Verso la fine del [[211 a.C.]], il console in carica [[Gneo Fulvio Centumalo Massimo]] fu richiamato a Roma per tenere i [[comizi centuriati]] ed eleggere i nuovi consoli per il [[210 a.C.]]. La centuria [[Gens Veturia|Voturia]] dei più giovani, votò per prima ed elesse consoli Manlio Torquato e [[Tito Otacilio Crasso (pretore 217 a.C.)|T. Otacilio]], che era assente.<ref>{{cita|Livio|XXVI, 22.2-3}}.</ref> La folla si raccolse intorno a Manlio per congratularsi con lui, poiché non c'era alcun dubbio sul consenso del popolo e delle restanti centurie, ma Manlio s'avviò alla tribuna del console e, fra l'attenzione di tutti, rifiutò il consolato, adducendo come scusa una malattia di occhi. Chiese, pertanto, che la centuria Voturia dei più giovani ripetesse la votazione e scegliesse dei consoli adeguati all'incarico, ricordando loro che in Italia vi era una guerra contro il temibile generale cartaginese, Annibale, che pochi mesi prima era giunto quasi ad assalire le mura di Roma.<ref>{{cita|Livio|XXVI, 22.4-9}}.</ref>
 
Nel [[208 a.C.]] fu nominato [[dittatore romano|dittatore]] con lo scopo di tenere i comizi e di presiedere ai giochi indetti dal [[pretore (storia romana)|pretore]] ''Marco Emilio''.