Zygmunt Berling: differenze tra le versioni

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Continuò la sua carriera nell'esercito fino al [[1939]], quando fu allontanato dal servizio, e non prese parte alla [[Campagna di Polonia|difesa polacca dall'invasione tedesca e sovietica]]. Con l'occupazione sovietica della sua città, [[Vilnius]], fu tratto in arresto dall'[[Nkvd]]. Detenuto prima a [[Starobielsk]] e poi a [[Mosca (Russia)|Mosca]], finì con l'accettare di collaborare coi sovietici, scampando così la triste sorte che sarebbe toccata a tanti altri ufficiali polacchi ([[Massacro di Katyń]]).
 
Con l'accordo fra il [[Governo polacco in esilio della Polonia]] guidato da [[Władysław Sikorski]] ed i sovietici (rappresentati per l'occasione dall'ambasciatore russo a [[Londra]] [[Ivan Maysky]]) il 17 agosto [[1941]]), fu liberato e iniziò ad occuparsi della riorganizzazione, sul fronte orientale, dell'esercito polacco a fianco degli Alleati.
 
La crescente tensione fra il governo polacco in esilio ed il governo sovietico, rinfocolato dal [[Massacro di Katyń]] e dalla malcelata intenzione di [[Stalin]] di avere una Polonia allineata e sottomessa, portarono allo spostamento in [[Medio Oriente]] di numerosi soldati polacchi, guidati da [[Władysław Anders]]. I sovietici smisero di riconoscere il governo polacco di Londra e diedero vita ad un ''governo-fantoccio'', guidato da [[Wanda Wasilewska]].