Marco Antonio Cretico: differenze tra le versioni

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Figlio di [[Marco Antonio Oratore]] e fratello di [[Gaio Antonio Ibrida]], sposò prima Numitoria, da cui non ebbe figli, e poi [[Giulia Antonia]], la cugina di [[Gaio Giulio Cesare]], da cui ebbe tre figli, il triumviro [[Marco Antonio]], il [[pretore (storia romana)|pretore]] [[Gaio Antonio (pretore)|Gaio Antonio]] e il console [[Lucio Antonio]].
 
Nel [[75 a.C.]] divenne pretore. Grazie all'appoggio di [[Publio Cornelio Cetego (sostenitore di Mario)|Publio Cornelio Cetego]] e del [[console (storia romana)|console]] [[Marco Aurelio Cotta (console 74 a.C.)|Marco Aurelio Cotta]], nel [[74 a.C.]] gli fu conferito il comando della flotta e la giurisdizione su tutte le coste del [[Mar Mediterraneo]], al fine di eliminare i pirati e sostenere la guerra contro [[Mitridate VI del Ponto]]; al padre era stato conferito un potere simile tre decenni prima.
 
Antonio si dimostrò avaro, facendo uso del proprio potere per ottenere più denaro possibile dalle provincie sotto la sua autorità, colpendo in particolare la [[Sicilia (provincia romana)|Sicilia]]; al tempo stesso, non riuscì nell'impresa per la quale gli era stato conferito un così importante incarico.<ref>[[Gaio Sallustio Crispo|Sallustio]], ''Historiae'' iii; [[Velleio Patercolo]] ii.31; [[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]], ''In Verrem'', iii.91.</ref> Organizzò un attacco contro [[Creta]], che si era schierata con i pirati, impegnando la flotta romana e quella degli alleati, ma venne sconfitto, avendo quasi tutte le navi affondate; pare che riuscisse a salvarsi solo per mezzo di un vergognoso trattato.<ref>[[Diodoro Siculo]], xl.1.</ref>