Ugo Veniero D'Annunzio: differenze tra le versioni

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== Biografia==
 
Ugo Veniero D'Annunzio era il terzogenito di [[Gabriele D'Annunzio]] e dell'aristocratica romana [[Maria Hardouin]] di Gallese che il poeta, appena ventenne, aveva sposato nel 1883, anche se all'epoca circolarono voci - mai del tutto sopite - che egli fosse il frutto di una relazione adulterina della Gallese col defunto senatore Vincenzo Morello-Rastignac e che D'Annunzio lo sapesse e che per questo si distaccò dalla moglie.<ref>Maria Grazia Di Paolo, ''Gabriele D'Annunzio: carteggio Inedito con il figlio Veniero, 1917-1937'' (Mursia, 1994).</ref>
 
Dei figli di Gabriele D'Annunzio, nati entro e fuori del matrimonio, Veniero fu quello ad avere la carriera di maggior successo ed a ereditarne i tratti più avventurosi. Trascorsa l'infanzia e l'adolescenza a Roma e quindi a Parigi e Zurigo, si laureò in ingegneria meccanica al Politecnico di Zurigo nel 1909, lavorò in Svizzera e in Italia dove nel 1914 fu chiamato sotto le armi. Prestò servizio presso le officine Caproni nella sezione aeronautica e congedato come capitano dopo l'armistizio, fu capo della missione inviata dalla ditta a Detroit negli Stati Uniti nel 1917-19. Rientrato per qualche tempo in Italia, fu assunto come disegnatore dalla ditta automobilistica [[Isotta-Fraschini]] tornando negli Stati Uniti come rappresentante della stessa.<ref>[http://www.circoloaternino.it/index.php/america-oggi-veniero-dannunzio-un-nome-e-il-fato/ Circolo Aternino di Pescara]</ref>
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Nonostante la possibile dubbia relazione di figliolanza, mantenne sempre un rapporto molto stretto con [[Gabriele D'Annunzio]] che tornò spesso a visitare e con il quale fu in costante e affettuoso rapporto epistolare dall'America, anche se mai si concretizzò il suo sogno di vederlo visitare gli Stati Uniti.<ref>Maria Grazia Di Paolo, Gabriele D'Annunzio: carteggio Inedito con il figlio Veniero, 1917-1937''.</ref>
 
Accanto all'attività imprenditoriale, Ugo Venerio svolse un forte impegno politico a sostegno del nazionalismo italiano, dapprima a sostegno del padre come una delle celebrità, assieme a [[Enrico Caruso]] e [[Giovanni Caproni]], presenti al grande raduno del 1920 al ''City College Stadium'' di New York che attrasse migliaia di persone a celebrare l'anniversario dell'[[impresa di Fiume]].<ref>''The New York Times'' (13 settembre 1920).</ref> Ancora più diretto diventerà il suo impegno, soprattutto negli Annianni Trentatrenta, come coordinatore di fatto delle attività propagandische del regime fasciste negli Stati Uniti tutte incentrate sul sostegno ai sentimenti e all'orgoglio nazionalistico degli immigrati italiani.<ref>Stefano Luconi. "Il Grido della Stirpe and Mussolini's 1938 Racial Legislation," In ''Shofar: An Interdisciplinary Journal of Jewish Studies'' 22.4 (2004) 67-79</ref>
 
Morì nel 1945 a New York.
 
== Bibliografia ==