Hiroshima 28: differenze tra le versioni

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Dall'altra della barricata rispetto ai coniugi Kimura troviamo un personaggio per nulla estraneo agli avvenimenti che hanno afflitto Hiroshima: un amico della famiglia Imai, un ragazzo che viene da tutti rinominato “tre secondi” per il tempo di ritardo che impiega ad incamerare e rielaborare le informazioni che riceve in una qualsiasi azione quotidiana. Tale ritardo mentale è presumibilmente dovuto alle radiazione del bombardamento atomico. Sebbene sia di animo gentile e sempre molto disponibile, il suddetto ragazzo viene sbeffeggiato e bullizzato dai suoi coetanei ai quali non interessa minimamente cercare di trovare un modo per rapportarsi o comunicare con lui, anzi trovano nel suo stato un divertente capro espiatorio su cui sfogare la noia. Persino Kyoko, la sorella minore di Yoshiko, non manca di farsi beffe del povero ragazzo e viene immediatamente ripresa dalla madre la quale, essendo lei stessa una hibakusha di prima generazione è consapevole che il disturbo clinico che affligge il ragazzo sarebbe potuto capitare anche alle proprie figlie. Questo stato di incomunicabilità che divide i due ragazzi viene però a mancare nell'esatto momento in cui la secondogenita Imai scopre di essere anche lei vittima della bomba atomica; sarà infatti la stessa Kyoko che, sentendosi emarginata dal resto della società andrà a cercare rifugio e conforto dal ragazzo, in una disperata quanto malata ricerca di trovare qualcuno che possa comprendere la sua rinnovata situazione. Mettendo in campo personaggi così agli antipodi per esperienze e status quali i coniugi Kimura e “tre secondi” il regista riesce in breve tempo a mostrare il divario che separa le due facce di una stessa nazione, divario colmato da una terribile incapacità di comunicare. Ma tra chi è estraneo alle conseguenze del bombardamento e chi invece ne è afflitto da tutta la vita, il regista offre anche il punto di vista di coloro che, 28 anni dopo il terribile avvenimento, scoprono che per loro l'incubo è solo iniziato: le due sorelle Imai.
In un'inesorabile discesa negli inferi della follia umana, Lung Kong mostra come il trauma dello scoprire di essere una vittima di seconda generazione riesca ad intaccare anche le basi di un solido rapporto come quello delle due sorelle. Inizialmente la tragica scoperta provoca un divario tra loro caratterizzato dall'incomunicabilità vittima/non-vittima , in quanto Kyoko leggendo il diario del padre è erroneamente portata a pensare di essere lei l'unica hibakusha di seconda generazione. La successiva scoperta che anche Yoshiko è una hibakusha non migliora tuttavia la situazione ma anzi, contribuisce a peggiorarla. Nonostante la ferma opposizione dei genitori infatti, il giovane Kimura si dimostra disposto a sposare ugualmente Yoshiko. Questo avvenimento provoca un'esplosione di invidia da parte di Kyoko la quale è consapevole che, a differenza della sorella, per lei non vi è alcuna possibilità che qualcuno possa volerla come moglie. Attraverso il personaggio della secondogenita Imai, Lung Kong riesce inoltre a portare alla superficie un'ulteriore dramma che però è appannaggio di una particolare categoria di hibakusha: le donne.
Sebbene infatti l'orrore di non poter avere una discendenza viene mitigato nell'universo maschile dalla possibilità di contribuire alla società quanto meno sul versante lavorativo, questo fattore si annienta completamente se si parla di donne. Il ruolo di quest'queste ultime infatti, negli anni in cui è ambientato il lungometraggio, era ancora relegato a quello di persona il cui quasi unico modo per adempiere al proprio dovere sociale era crearsi una famiglia, nella fattispecie avere dei figli per garantire la discendenza al proprio coniuge. La tragedia della bomba atomica provoca dunque sulle donne un duplice trauma: quello personale del vedersi negare la possibilità di divenire madri e quello dell'essere viste come un inutile orpello della società nipponica. Tutto questo viene riassunto nella figura di Kyoko, la quale incapace di scendere a patti con un destino tanto crudele cede completamente alla follia. In una furiosa lite con la madre dà voce a quella critica che altro non è che lo specchio del pensiero del regista riguardo l'eterna diatriba su chi sia il vero colpevole per il lancio della bomba atomica: