Alberto Missiroli: differenze tra le versioni

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Dopo la [[Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Bologna|laurea in medicina, conseguita all'Università di Bologna]] nel [[1908]], e dopo un breve periodo in cui ha svolto la professione di medico condotto a [[Cervia#Castiglione_di_Cervia|Castiglione di Cervia]], a partire dal [[1910]] si dedicò all'attività di ricerca in [[batteriologia]], presso l'Istituto di [[Igiene]] dell'[[Università degli studi di Siena|Università di Siena]], interessandosi di numerose [[Malattia infettiva|malattie infettive]], fra cui il [[colera]] e la [[brucellosi]]. In particolare, recandosi in [[Puglia]] per combattere una epidemia di [[colera]] scoppiata nel [[1910]] e in [[Tripolitania]], nel [[1911]], per studiare sul campo la [[Brucellosi]]. Nel [[1914]] divenne assistente del Prof. [[Bartolomeo Gosio]], direttore del ''Laboratorio di Sanità pubblica'' di [[Roma]]; cominciarò a interessarsi allora, sulla scorta degli studi iniziati da [[Giovanni Battista Grassi]] e [[Carlos Chagas]], all'attuazione di misure profilattiche per il controllo della [[Malaria]] basate sul controllo delle [[Culicidae|zanzare]]. Nel [[1918]] insieme a Gosio, fondò la ''Scuola di malariologia'' a [[Nettuno (Italia)|Nettuno]], organizzando corsi di igiene nelle scuole dell'obbligo dell'[[Agro pontino]] e cominciando a sperimentare il [[Diclorodifeniltricloroetano|DDT]] contro le anofele, vettrici della malattia.
 
La lotta contro la malaria ricevette un grande impulso nel [[1925]] quando la [[Rockefeller Foundation]] procedette alla realizzazione della ''Stazione Sperimentale per la Lotta Antimalarica'', diretta da Missiroli e dall'americano [[Lewis Hackett]]. La strategia antimalarica di Missiroli e Hackett era basata, piuttosto che sullo sviluppo di un metodo generale per il controllo della malaria, su protocolli di controllo locale della malattia; vennero preso contatti con amministratori sanitari in [[Calabria]], [[Sicilia]], [[Sardegna]], [[Lazio]] e nel [[Ferrara|Ferrarese]]. La messa in atto delle misure suggerite da Missiroli e Hackett permisero non soltanto di elimareeliminare definitivamente il flagello della malaria in Italia, ma costituirono il modello per la lotta antimalarica negli altri paesi. La ''Stazione'' divenne in breve tempo il principale punto di riferimento in campo mondiale nella lotta antimalarica svolgendo fra l'altro un'importante opera nell'addestramento e nella formazione del personale attivo nella lotta antimalarica, non solo di nazionalità italiana.
 
Nel [[1928]] Missiroli, col supporto finanziario iniziale della Rockefeller Foundation e del governo italiano, diede il via al processo di creazione dell<nowiki>'</nowiki>''Istituto di Sanità Pubblica'' inaugurato nel [[1934]], destinato a diventare il principale istituto di igiene in Italia con compiti di ricerca, formazione e controllo della pubblica sanità. L'"Istituto di Sanità Pubblica" alla fine del 1941 (con il Regio Decreto n.1265 del 17 ottobre 1941) modificherà la propria denominazione in "[[Istituto Superiore di Sanità]]" Nel [[1946]], al termine della [[Seconda guerra mondiale]], partecipò alla creazione dell'[[Ente Regionale per la Lotta Anti-Anofelica in Sardegna]] (''ERLAAS'') su mandato dell'''Alto Commissariato Italiano per l'Igiene e la Sanità'' (non esisteva ancora il [[ministero della Salute]]). In soli cinque anni, grazie all'utilizzo di sostanze chimiche quali il ''DDT'' e ''piretro'', e alla messa in atto di opere di bonifica idaraulica, la malaria venne debellata (due soli casi nel [[1951]] contro gli 80&nbsp;000 del [[1944]]). Operazioni analoghe vennero messe in atto in altre regioni italiane.