Vecchi credenti: differenze tra le versioni

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Gli oppositori alla riforma ecclesiastica furono un numero piuttosto elevato, nonché distribuito in tutti gli strati sociali. La circostanza per la quale, persino dopo la deposizione ufficiale di Nikon (1658), una serie di concili ecclesiastici continuarono nell'attuazione delle riforme volute da quest'ultimo, fece nascere per la Russia un movimento di protesta chiamato Raskol. I Vecchi credenti, infatti, rifiutarono recisamente le innovazioni imposte e i più radicali arrivarono ad affermare che la Chiesa ortodossa era caduta nelle mani dell'[[Anticristo]]. Sotto la guida dell'arciprete [[Avvakum]] Petrov (1620 o 1621 - 1682), diventato il leader della fazione conservatrice del movimento dei Vecchi Credenti, gli scismatici denunciarono pubblicamente, in tutta la Russia, le riforme ecclesiastiche. La Chiesa ortodossa lanciò diversi anatemi contro di loro, i quali, come già narrato più sopra, oltre agli aderenti del movimento colpirono anche i vecchi riti e messali russi. Il primo episodio di persecuzione che colpì i fedeli al Vecchio rito si verificò nel [[1657]] quando tre artigiani di [[Rostov Velikij|Rostov]], che rifiutavano recisamente di uniformarsi ai nuovi canoni, furono dapprima torturati e quindi esiliati in [[Siberia]]. Ai Vecchi Credenti fu tolto ogni diritto civile, alcuni adepti (incluso l'arciprete Avvakum) furono inoltre arrestati e giustiziati alcuni anni più tardi.
 
Fu tuttavia solo dopo il [[1685]] che fu posta in essere una persecuzione su larga scala, con torture ed esecuzioni sommarie per tutto il paese. Molti Vecchi Credenti lasciarono la Russia, altri restarono diventando il gruppo religioso maggioritario in alcune regioni come in Pomorje (la regione di [[Arcangelo (città)|Arcangelo]]), Guslitsj, la regione di [[Kursk]], gli [[Urali]] e la [[Siberia]]. Nella loro strenua lotta contro Stato e Chiesa ufficiale alcuni scelsero la via dell'[[Morte sul rogo|auto-immolazione sul rogo]], ritenendo il mondo terreno ormai patria dell'Anticristo, altri optarono invece per la ribellione armata. Tra questii primi la storiografia riporta 1700 fedeli arsi vivi a [[Tobol'sk]] il [[6 gennaio]] [[1679]], altri 300 a [[Tjumen']] il [[6 ottobre]] [[1687]], altri 2700, seguaci della setta di un tale monaco Ignazio, si uccisero nello stesso modo il [[4 marzo]] dello stesso anno: si calcola che tra il 1685 e il 1690 le vittime di tali gesti furono all'incirca ventimila<ref>Gauriglia G., ''Il Messianesimo russo'', Roma, 1956, pag. 93.</ref>. Tra chi decise di ribellarsi vi furono i monaci del [[monastero di Solov]] che resistettero per ben otto anni (dal 1668 al 1676) all'assedio ordinato dallo zar Alessio. Alla loro capitolazione seguì di pochi giorni la morte dello stesso zar, che molti fedeli giudicarono come una punizione divina per il gesto empio di cui si era macchiato. A causa della loro dottrina "egualitaria" e refrattaria ad ogni gerarchia statale ed ecclesiastica, alcuni tra gli aderenti al vecchio culto della confessione dei [[Bespopovcy]] ebbero un ruolo attivo e determinante durante le rivolte [[cosacchi|cosacche]] tra il [[1667]] e il [[1670]] e durante quella del [[1773]] condotta da [[Emel'jan Ivanovič Pugačëv]]<ref>Orlando Figes, ''La danza di Nataša'', Storia della cultura russa (XVIII-XX secolo) ed. Piccola Biblioteca Einaudi, pag. 264.</ref>.
 
Nel corso dei secoli l'oppressione del governo variò in modo significativo, passando alternativamente da una sostanziale tolleranza, come sotto [[Pietro I di Russia|Pietro I]] (durante il cui regno i Vecchi Credenti dovettero pagare una tassazione doppia e una gabella per la loro scelta di portare la barba) a periodi di intensa persecuzione, come sotto [[Nicola I di Russia|Nicola I]]. Ciononostante da parte dell'autorità statale come della chiesa ortodossa rimase immutata la percezione del movimento come una minaccia per l'intera Russia.