Maestà del Louvre: differenze tra le versioni

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==Descrizione==
Maria sta assisa in trono avvolta in un fasciante manto blu caratterizzato da numerose pieghettine a sottosquadri. GesùPoggia Bambinofiaccamente èla inmano grembodestra allasulla madre,gamba raffiguratodel comebambino, unmentre piccololo filosofocinge vestitocon alll'anticaaltra, coninfilando ille rotololunghe delledita sacreaffusolate scritturenella saldamentesua in una mano (un chiaro elemento di matrice orientale che rivela l'origine bizantina del modello)veste e facendoalzando il segnoginocchio delladestro benedizioneper consostenerne l'altro,la come fosse un adultofigura. NellaIl composizionevolto cidi sonoMaria seipare angeliestraneo a figuraquel pienamisto ed ali dispiegate, che accarezzano ildi tronoserenità e dispostidolcezza unodelle soprasuccessive l'altro, dando il sensoMaestà di scansione spazialeCimabue. Sullo sfondo domina un fondo oro.
 
Gesù Bambino è in grembo alla madre, raffigurato come un piccolo filosofo vestito all'antica, con il rotolo delle sacre scritture saldamente in una mano (un chiaro elemento di matrice orientale che rivela l'origine bizantina del modello) e facendo il segno della benedizione con l'altro, come fosse un adulto. Nella composizione ci sono sei angeli a figura piena ed ali dispiegate, che accarezzano il trono e disposti uno sopra l'altro, dando il senso di scansione spaziale. Sullo sfondo domina un fondo oro.
Appaiono curati i dettagli come la decorazione del trono, la pieghettatura della veste di Maria, del bambino, degli angeli e perfino le penne delle loro ali. I chiaroscuri degli incarnati sono modulati.
 
I sei angeli hanno disposizioni e colorazioni simmetriche ed ali dispiegate, con penne brune sulla parti superiori delle ali e colorate nella parte inferiore. I loro volti sono scuri, seriosi, quasi imbronciati, facendo eco alla stessa aria mesta del volto della Vergine.
La pala è incorniciata da un nastro di fitte decorazioni fitomorfe, intervallato da ventisei tondi bordati d'oro, con busti di Cristo (in cima), di angeli (nella simasa), di profeti e di santi (ai lati e nel bordo inferiore).
 
Il trono ligneo ha una decorazione complessa che lo fa apparire come assemblato da vimini piuttosto che da assi solide. È pieno di intagli, torniture, ageminature, trafori, sagomature, piroli, che nel loro sovrapposris e moltiplicarsi reano un congegno di una complessità fantastica.
==Stile==
Il trono ligneo in tralice è intenzionalmente collocato nelle tre dimensioni, secondo i canoni della prospettiva inversa (dove le linee divergono anziché convergere verso l'infinito). Gli angeli hanno dimensioni in scala con le due figure centrali. Pur con questi accorgimenti, la profondità prospettica rimane comunque limitata. Il trono è poco profondo, è in tralice e non ha i fianchi aperti come le pagine di un libro, come nella posteriore [[Maestà di Santa Trinita]]. I gradini in primo piano seguono una prospettiva frontale ribaltata, che suscita un certo senso di instabilità e piattezza. Inoltre si ha come l'impressione che gli angeli siano impilati uno sopra l'altro piuttosto che uno dietro l'altro. Permane anche il problema della simmetria ripetitiva degli angeli e della monotonia delle loro posture, con le teste reclinate talvolta a destra, talvolta a sinistra, talvolta diritte, ma con una rappresentazione invariabilmente “a tre quarti”. Appaiono disposti ritmicamente attorno alla divinità secondo precisi schemi di simmetria, senza un interesse verso la loro disposizione illusoria nello spazio: levitano infatti l'uno sopra l'altro (non l'uno "dietro" l'altro).
 
Appaiono curati tutti i dettagli, comenon solo la decorazione del trono, ma anche la pieghettatura della veste di Maria, del bambino, degli angeli e perfino le penne delle loro ali. I chiaroscuri degli incarnati sono modulati.
Il volto di Maria appare realistico per un'opera di quegli anni, anche se i lineamenti rimangono ancora spigolosi (vedi ad esempio i due spigoli a delimitare la canna del naso e la forcella nel punto in cui questa si salda alla fronte, entrambi retaggi bizantini).
 
La pala è incorniciata da un nastro di fitte decorazioni fitomorfe, intervallato da ventisei tondi bordati d'oro, con busti di Cristo (in cima), di quattro angeli (nella simasacimasa), didei profetiquattro eevangelisti di(nei santiquattro angoli) dei dodici apostoli (ai lati) e di cinque santi (nel bordo inferiore).
 
==Stile==
Il trono ligneo in tralice è intenzionalmente collocato nelle tre dimensioni, secondo i canoni della prospettiva inversa (dove le linee divergono anziché convergere verso l'infinito). Gli angeli, benchè più piccoli della Vergine al centro, hanno dimensioni congrue con le due figure centrali. Pur con questi accorgimenti, la profondità prospettica rimane comunque limitata. Il trono è poco profondo. I gradini in primo piano seguono una prospettiva frontale ribaltata, che suscita un certo senso di instabilità e piattezza.
 
Il trono ligneo in tralice è intenzionalmente collocato nelle tre dimensioni, secondo i canoni della prospettiva inversa (dove le linee divergono anziché convergere verso l'infinito). Gli angeli hanno dimensioni in scala con le due figure centrali. Pur con questi accorgimenti, la profondità prospettica rimane comunque limitata. Il trono è poco profondo, è in tralice e non ha i fianchi aperti come le pagine di un libro, come nella posteriore [[Maestà di Santa Trinita]]. I gradini in primo piano seguono una prospettiva frontale ribaltata, che suscita un certo senso di instabilità e piattezza. Inoltre si ha come l'impressione che gli angeli siano impilati uno sopra l'altro piuttosto che uno dietro l'altro. Permane anche il problema della simmetria ripetitiva degli angeli e della monotonia delle loro posture, con le teste reclinate talvolta a destra, talvolta a sinistra, talvolta diritte, ma con una rappresentazione invariabilmente “a tre quarti”. Appaiono disposti ritmicamente attorno alla divinità secondo precisi schemi di simmetria, senza un interesse verso la loro disposizione illusoria nello spazio: levitano infatti l'uno sopra l'altro (non l'uno "dietro" l'altro).
Spicca la straordinaria qualità dei chiaroscuri: il carnato è dipinto con una serie di filamenti, paralleli e concentrici, che appaiono larghi e sfumati e sembrano sovente intersecarsi tra di loro, come a realizzare una sottile ed appena percettibile peluria. Questa trama di pennellate sottili e sfumate ha la capacità di modulare i chiaroscuri lungo il volto, di modulare il passaggio dalle zone di luce a quelle di ombra in maniera graduale e sfumata, anziché brusca.
 
I volti appaiono realistici per un'opera di quegli anni, anche se i lineamenti rimangono ancora spigolosi (vedi ad esempio i due spigoli a delimitare la canna del naso e la forcella nel punto in cui questa si salda alla fronte, entrambi retaggi bizantini). Spicca la straordinaria qualità dei chiaroscuri: il carnato è dipinto con una serie di filamenti, paralleli e concentrici, che appaiono larghi e sfumati e sembrano sovente intersecarsi tra di loro, come a realizzare una sottile ed appena percettibile peluria. Questa trama di pennellate sottili e sfumate ha la capacità di modulare i chiaroscuri lungo il volto, di modulare il passaggio dalle zone di luce a quelle di ombra in maniera graduale e sfumata, anziché brusca.
Maria poggia fiaccamente la mano destra sulla gamba del bambino, mentre lo cinge con l'altra, infilando le lunghe dita affusolate nella sua veste e alzando il ginocchio destro per sostenerne la figura. Il volto di Maria pare estraneo a quel misto di serenità e dolcezza delle successive Maestà di Cimabue.
 
Molto fine è il modo con cui i panneggi avvolgono il corpo delle figure, soprattutto della Madonna, che crea un realistico volume fisico. Non vi è usata l'[[agemina]] (le striature dorate).
 
Cimabue con quest'opera stabilì un nuovo canone per l'iconografia tradizionale della ''Madonna col Bambino'', con il quale si dovettero confrontare i pittori successivi: la ''Maestà'' è il modello più diretto per la ''[[Madonna Rucellai]]'' di [[Duccio di Buoninsegna]], già in [[Santa Maria Novella]] e oggi agli [[Uffizi]] (con un trono analogo, e con una cornice con testine di santi quasi identica), che vienei perdocumenti questoci attribuitadicono aessere realizzata pochi anni dopo, verso ilnel [[1285]] circa.
 
==Attribuzione==