Gennadio II di Costantinopoli: differenze tra le versioni

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Come patriarca, Gennadio ottenne dal sultano molti privilegi: l'inviolabilità personale, l'esenzione fiscale e il diritto di trasmettere queste prerogative ai suoi successori. Inoltre, sotto il suo governo, non solo la popolazione greco-bizantina non fu perseguitata, ma ebbe anche varie concessioni in materia giudiziaria per cause riguardanti il matrimonio, il divorzio e la tutela dei minori, oltre alla facoltà di risolvere le dispute teologiche.
 
Un anno dopo, tuttavia, Gennadio II palesò le sue intenzioni di abdicare per ritirarsi a vita monastica, ma pare sia rimasto in carica fino alla primavera del [[1456]]. In estate si ritirò sul [[Monte Athos]], nel monastero di [[Vatopedi]], poi alcuni mesi dopo ([[1457]]) presso Serre[[Serres]], nel convento di [[San Giovanni Battista]] sul [[Monte Meneceo]]. Qui sarebbe rimasto, se il sultano non gli avesse ordinato di tornare sul trono patriarcale per ben due volte: dall'[[aprile]] al [[giugno]] del [[1463]] e dall'[[agosto]] del [[1464]] all'[[autunno]] del [[1465]].
 
Dopo aver lasciato la carica patriacale per la terza volta, Gennadio si ritirò nel monastero di [[Prodromo]], dove rimase fino alla morte, avvenuta all'incirca nel [[1473]].