L'albergo degli assenti: differenze tra le versioni

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''L'albergo degli assenti'' fu realizzato negli studi di [[Cinecittà]] tra aprile e luglio del 1938, ma fu caratterizzato da notevoli ritardi e lentezze nella produzione, tanto ottenere il visto [[Censura cinematografica|censura]] nel mese di novembre. Passò poi ancora molto tempo prima che iniziasse, nel maggio 1939, ad apparire in pubblico, mentre in alcune importanti città, tra cui Milano e Roma, esso fu presentato nelle sale cinematografiche ancora più tardi, nel mese di settembre 1939<ref>Un breve articolo su ''La Stampa'' del 17 maggio 1938 dà in film in lavorazione, fase in cui si trovava ancora il 23 luglio dello stesso anno, come riportato da un articolo del quotidiano ''La Tribuna''; altre notizie sulla produzione e sui successivi sviluppi sono desumibili da diversi articoli scritti da Alberto Alesani ed apparsi sul mensile ''Lo Schermo'' tra il luglio 1938 e l'aprile 1939.</ref>. Questo ritardo, dovuto a difficoltà distributive, comportò che il film diretto successivamente da Matarazzo per un diverso produttore, cioè ''[[Il marchese di Ruvolito]]'', apparisse prima nelle sale. Durante la lavorazione si verificò anche un incidente, quando uno dei principali interpreti, [[Camillo Pilotto]], girando una delle scene finali - quella dell'incendio che distrugge l'albergo - prigione<ref>L'importanza di questa scena era stata particolarmente evidenziata nelle varie presentazioni del film. Ad esempio sul periodico ''Film'' del 4 febbraio 1939, nel quale il film veniva promozionato come un "supergiallo", essa veniva definita «straordinaria come realizzazione, oltre che come concezione [con] una ricerca di particolari impressionanti e luci sapientemente dosate».</ref> - non riuscì a sottrarsi in tempo alle fiamme e ne rimase ferito.
 
Per l'attrice Carla Candiani questo film costituì il primo impegno importante, come lei stessa ricorderà<ref>Le memorie della Candiani sono state raccolte e pubblicate da [[Francesco Savio]] in ''Cinecittà anni Trenta'', citato in bibliografia.</ref>, sostenendo di essere stata scelta «quasi casualmente» da Matarazzo, che poi la confermerà anche nel successivo ''[[Trappola d'amore (film 1940)|Trappola d'amore]]''. Nel cast tecnico da segnalare il ritorno al fianco del regista romano di Anchise Brizzi, il direttore di fotografia che lo aveva seguito nel suo film d'esordio (''[[Treno popolare (film)|Treno popolare]]'' del 1933) e la collaborazione, ormai consolidata in alcune pellicole degli anni precedenti, dello scenografo Virgilio Marchi, considerato «uno dei protagonisti della rinascita della cinematografia nazionale [ed] uno degli scenografi più apprezzati negli ambienti in cui vengono programmati i maggiori sforzi produttivi del cinema italiano<ref>La definizione è di Stefano Masi e fa parte del suo contributo alla ''Storia del cinema italiano'', citato in bibliografia.</ref>».
 
== Critiche e commenti ==