Incarnazione: differenze tra le versioni

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→‎Incarnazione nel Cristianesimo: l'espiazione è data dalla crocifissione
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''Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo.''
 
I [[Vangeli]] fanno coincidere l'Incarnazione con il momento del concepimento del Cristo; questo avvenne durante l'[[Annunciazione]], non appena sua madre [[Maria, madre di Gesù|Maria]], dopo aver avuto la visione di un [[arcangelo]] chiamato [[Arcangelo Gabriele]], accettò l'annuncio del suo [[concepimento verginale]] con le parole: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto» ([[Vangelo secondo Luca|Luca]] {{passo biblico|Lc|1,38}}). Secondo la dottrina cristiana Adamo ed Eva, i progenitori dell'umanità nella tradizione biblica, avrebbero commesso un peccato di disubbedienza a Dio. Di conseguenza, a causa di questo [[peccato originale]] ogni essere umano nascerebbe peccatore per via della trasmissione ereditaria di questa colpa. Pertanto, secondo tale dottrina, il Cristo si incarnò al fine di redimere l'umanità dai peccati commessi, da quello originale in particolare, assumendone le colpe ed espiandole con la sofferenza provocata dalla sua [[crocifissione]] e resurrezione.
 
In diverse altre religioni vi sono credenze secondo le quali quali una [[divinità]] può incarnarsi in forma umana (vedi ad esempio il concetto di ''[[Avatar (religione)|avatar]]'' nell'[[induismo]]). In molte tradizioni iniziatiche inoltre esiste il concetto della deliberata espiazione da parte di un maestro spirituale, di colpe o sofferenze sopportate dai propri discepoli.