Alberto Pizzigoni: differenze tra le versioni

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A causa degli eventi bellici dovette trasferirsi con la famiglia a [[Fara Gera d’Adda]] ([[Bergamo]]) presso parenti.
 
Finite le ostilità, tornato il padre Pietro (scampato miracolosamente al bombardamento di Dresda), iniziò a suonare con una sua orchestra per le truppe americane. Avendo scoperto che il diciassettenne Alberto conosceva gli accordi di molti brani di moda, lo ingaggiò nella band, anche allo scopo di avere due paghe in famiglia.
 
Tra il [[1947]] e il [[1953]] suonò con diverse formazioni sia in Italia che all’estero. I suoi colleghi furono: [[Pino Calvi]], [[Gil Cuppini]], Vittorio Paltrinieri, Nino Impallomeni, [[Armando Sciascia]], [[Franco Cerri]], Ubaldo Beduschi, ''Pinun'' Ruggeri, Renzo Nardini, Cosimo Di Ceglie, Luciano Zuccheri, Max Springer, Rodolfo Bonetto ed altri. Il violinista Armando Sciascia fu decisivo per la formazione di Alberto Pizzigoni. Lo spronò a studiare metodicamente per raggiungere un livello professionale.
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Per alcuni anni ebbe una propria formazione comprendente [[Riccardo Rauchi]] ([[clarinetto]] e [[sax]]), Lino Liguori ([[Batteria (strumento musicale)|batteria]]), Francesco Acocella ([[piano]]), [[Piero Giorgetti]] e poi Giulio Tumeo ([[Basso (strumento musicale|basso]] e canto). In quegli anni suonò ed incise dischi anche con [[Nicola Arigliano]]. In quegli anni si dedicò intensamente alle registrazioni discografiche per cantanti quali [[Adriano Celentano]], [[Mina (cantante)|Mina]], [[Milva]], [[Gigliola Cinquetti]], [[Betty Curtis]], [[Johnny Dorelli]], [[Giorgio Gaber]], [[Enzo Jannacci]], [[Caterina Caselli]], [[Little Tony]], [[Bobby Solo]], [[Gino Corcelli]] ed altri. Iniziò anche a collaborare stabilmente con l’orchestra della [[RAI]]. Prese parte come chitarrista principale a dodici [[Festival di Sanremo]] consecutivi ([[1958]]-[[1969]]).
 
Molto scosso dalla morte prematura del padre, nel [[1963]], decise di abbandonare la vita dei locali notturni,notturna buttandosi nello sport. Dalla fine degli [[anni 1950|anni cinquanta]] compose, arrangiò e incise innumerevoli colonne sonore per film pubblicitari e per cartoni animati. Ha inciso con i suoi arrangiamenti e la sua direzione d’orchestra dischi con il tenore [[Gastone Limarilli]] ed il baritono [[Gino Bechi]].
 
È stato in numerose tournées con la cantante Milva (Stati Uniti, [[Brasile]], [[Argentina]], [[Uruguay]]) come chitarrista, autore degli arrangiamenti e direttore degli ensemble.
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A fine [[anni 1960|anni sessanta]] il collega chitarrista Luciano Zuccheri lo iniziò allo studio della chitarra classica. Negli [[anni 1970|anni settanta]] pensò di fare di questa passione una cosa seria e prese lezioni per anni dal noto chitarrista e grande didatta [[Mauro Storti]].
 
La lunga malattia e la scomparsa della moglie Adelina avvenuta nel [[1988]] lo spinsero ad andare in pensione. Qualche anno dopo riprese a suonare con il suo antico collega (avevano lavorato insieme nel [[1947]]), il cantante Vittorio Paltrinieri, in un ensemble di anziani musicisti. Nel frattempo ha continuato a comporre, incidere e produrre brani per il cinema e la pubblicità, con la collaborazione al flauto del figlio Maurizio (detto Mauri).
L'ultimo album jazz fu del [[1989]]. Il titolo ''Mildness'' per trio jazz, assieme a Daliso Cervesato e Sergio Palmieri.
 
== Gli ultimi anni ==
Nel [[2001]] lasciò Milano per ritirarsi a [[Stradella]] con la seconda moglie Maria Viel. Dal [[20102008]] fu colto da progressiva insufficienza cerebrale di tipo vascolare.
Colto da [[ictus]] nell’aprile [[2013]], si è infine spento a Bosa (Oristano) il [[12 giugno]] [[2013]].
 
È sua la chitarra classica nella sigla della trasmissione pubblicitaria ''[[Carosello]]''.
 
 
(Il figlio Maurizio dice che questo è inesatto: alla nascita di Carosello (1957) Alberto Pizzigoni non suonava la chitarra classica. Inoltre in famiglia non si è mai sentito parlare di un'incisione di Carosello da parte di Pizzigoni). Il figlio Maurizio ha riascoltato la musica originale del Carosello: si trattava di un esecuzione bandistica (solo fiati). La versione di Carosello che tutti conosciamo era introdotta dall'arpa, poi a seguire, tromba, mandolino e ottavino. Poi tutti insieme a concludere. Forse chi pensava di associare Alberto Pizzigoni a Carosello pensava in realtà ad un album del complesso di Reanato Carosone. Il titolo era "Carosello Carosone". Comunque l'allora ventisettenne Pizzigoni non suonava la chitarra classica. Iniziò a suonarla verso i quaranta anni.
 
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