Velivolo: differenze tra le versioni

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{{F|aviazione|ottobre 2012}}
Un '''velivolo''' è un particolare mezzo di trasporto [[aeromobile]] più [[forza peso|pesante]] dell'[[aria]], capace di volare utilizzando una componente della forza [[aerodinamica]], detta [[portanza]], generata grazie al [[moto (fisica)|moto]] relativo dell'aria lungo la superficie chiamata [[ala (aeronautica)|ala]]. Il termine ''velivolo'' è stato coniato da [[Gabriele D'Annunzio]] che per primo lo utilizzò nel romanzo ''[[Forse che sì forse che no]]'': {{quote|Tutti sanno che la prima teoria del volo artificiale fu fondata sul veleggio dei volatori di grande specie, su quel volo veleggiato che i francesi chiamano "vol à voile". Il precursore [[Otto Lilienthal]], i due [[Fratelli Wright|fratelli Wright]], [[Octave Chanute]], il povero capitano [[Ferdinand Ferber|Ferber]] incominciarono con l’imitare il veleggio delle aquile e degli avvoltoi per mezzo di congegni veramente dedàlei, privi di forza motrice. Ora v’è un vocabolo di aurea latinità – velivolus, velivolo – consacrato da [[Ovidio]], da [[Virgilio|Vergilio]], registrato anche nel nostro dizionario; il quale ne spiega così la significazione: "che va e par volare con le vele". La parola è leggera, fluida, rapida; non imbroglia la lingua e non allega i denti; di facile pronunzia, avendo una certa somiglianza fònica col comune veicolo, può essere adottata dai colti e dagli incolti. Pur essendo classica, esprime con mirabile proprietà l’essenza e il movimento del congegno novissimo.}}