SOMUA S35: differenze tra le versioni
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Nel corso del 1941 almeno 32 carri SOMUA S.35 furono trasferiti in Italia, tramite ferrovia. Lo Stato Maggiore dell'Esercito decise di assegnarli al 4º Reggimento Carristi, su sei battaglioni carri. Il 4º Reggimento venne incaricandolo di costituire un battaglione S.35 da assegnare successivamente 131º Reggimento fanteria carrista della Divisione Corazzata Centauro. La prima intenzione dello Stato Maggiore del Regio Esercito fu di inviare un plotone di Renault R.35 ed uno di SOMUA S.35, accompagnati da quattro autoblindo AB.40 del Reggimento Nizza Cavalleria in Africa Settentrionale.
Il 27 agosto 1941 questa decisione venne abbandonata per la scarsa disponibilità di munizioni e parti di ricambio dei carri di origine francese. Nel frattempo le autorità tedesche decisero di utilizzare tutti i rimanenti carri di preda bellica e comunicarono alle autorità italiane che avrebbero ceduto un totale di 124 carri R.35 e 32 SOMUA S.35. Il 25 dicembre 1941 ne risultavano in servizio complessivamente 32, assegnati al battaglione CC del 131º Reggimento Corazzato, disloccato in Sardegna.
I carri Somua non piacquero comunque fin dall'inizio. Il genenerale Zanussi scrisse: ''"Parve ad un certo momento che la cessione del carro medio francese Somua di preda bellica, fosse in grado di risolvere la situazione; e fu un'illusione di breve durata, perché il tipo era lento ed insufficientemente armato".''
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