Farmaco antalgico: differenze tra le versioni

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Vengono utilizzati per la gestione dei dolori di elevata intensità, acuti o cronici, non adeguatamente gestibili con i farmaci di livello inferiore. Pur essendo decisamente più potenti della classe degli oppiacei deboli, e relativamente maneggevoli, sono utilizzabili sotto stretta supervisione medica.
 
Per ridurre gli effetti collaterali degli oppiacei (depressione respiratoria, tolleranza, dipendenza, euforia o alterazioni dello stato di coscienza, stipsi), senza impattare sul potere analgesico e sulla possibilità di utilizzo anche ad alte dosi e a lungo termine, esistono in commercio farmaci che associano un oppiaceo ad un anti-oppiaceo (in genere entrambi fuori brevetto) in un unico nuovo farmaco, in una opportuna combinazione, tale che la concentrazione di anti-oppiode è bassa al punto da non impattare sul potere analgesico del farmaco:</br />
*[[Ossicodone/naloxone]]
*[[(+)-Naloxone]], sempre in associazione ad un oppiode
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Il problema del dolore è molto sentito negli Stati Uniti e togliere i farmaci dal commercio a persone che devono vivere con dolori cronici perché una parte della popolazione li usa per drogarsi è una scelta attualmente troppo forte; considerando anche che le tecnologie anti-abuso sono sicuramente agli albori e che quindi per ora non offrono soluzioni veramente solide.
 
L'oppiode può essere usato come droga se iniettato per via venosa o muscolare, non per via orale. Le pastiglie di oppiacei vengono quindi spezzettate e poi iniettate. </br />
Alcune associazioni oppiode-antioppiode in commercio hanno solo uno scopo meramente anti-abuso, sebbene l'anti-oppiode possa ridurre gli effetti collaterali dell'analgesico: quando l'antioppiode è contenuto in uno strato all'interno della pastiglia, non tossico ma nemmeno metabolizzabile: se assunto per via orale, l'antioppiode è espulso per via fecale senza effetto clinco, mentre se il farmaco viene masticato oppure frantumato o disciolto in alcool, in modo da rendere immediatamente disponibile tutta la dose di oppiode, per poi iniettarlo, si attiva e mescola l'antioppiode che neutralizza l'effetto.