Giovanni Battista Ceirano: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Botcrux (discussione | contributi)
m Bot: Aggiungo template {{interprogetto}} (FAQ)
Nessun oggetto della modifica
Riga 17:
 
Figlio di un orologiaio cuneese, '''Giovanni Battista Ceirano''' è il primogenito di quattro fratelli che, a buon titolo, possono essere considerati i più importanti e prolifici pionieri dell'industria automobilistica italiana. In particolare, Giovanni Battista Ceirano è il primo che, divorato dal "sacro fuoco della [[Meccanica applicata|meccanica]]", a vent'anni parte per [[Torino]] con l'intento di allargare i propri orizzonti tecnici.
 
==Biografia==
 
Dopo otto anni di "praticantato", nel [[1888]] riesce ad avere in affitto un ripostiglio nel centrale corso Vittorio Emanuele dove, con i fratelli [[Giovanni Ceirano|Giovanni]], [[Matteo Ceirano|Matteo]] ed Ernesto, inizia a vendere e riparare [[bicicletta|velocipedi]] Whitworth, Victoria e Seidel & Naumann, per poi costruirle in proprio, dal 1894, con l'esterofilo marchio "Welleyes". Pare che tale denominazione sia stata suggerita dal padrone di casa Giovanni Lancia, navigato commerciante di alimentari ed esperto ''ante litteram'' di "strategie [[marketing]]". Il livello dell'industria meccanica italiana dell'epoca era infatti molto inferiore a quello delle corrispondenti industrie francese, tedesca e inglese ed un marchio dall'assonanza straniera aiutava la vendita del prodotto. Ad ogni buon conto, per merito del nome, della qualità o di entrambi, le biciclette "Welleyes" ebbero un buon successo ed arrivarono addirittura alla celebrità delle cronache [[sport]]ive dopo aver partecipato alla "Torino-Asti-Torino" con un "Welleyes bicicletto a motore".
 
In quegli anni deposita anche un brevetto per una ruota automobilistica di veloce smontaggio, denominata "Rapid". Ceirano, infatti, già pensava al salto di qualità: costruire un'automobile. Un'impresa quasi "spaziale" per quegli anni, nei quali le "carrozze senza cavalli" erano l'elitario argomento d'una ristretta cerchia di benestanti, influenzati dalle mode francesi e, come lui, frequentatori del [[caffé Burello|caffè di ''madame'' Burello]]. È tra questi "snob" che Ceirano trova i soci (ed i finanziamenti) per la sua avventura. Sul finire del [[1898]] viene fondata la "[[Accomandita Ceirano|Società Accomandita G.Ceirano e Comp.]]", più conosciuta come "[[Accomandita Ceirano]]", che si propone di costruire automobili.

Tra le maestranze occorre registrare la presenza del figlio di Giovanni Lancia, quel [[Vincenzo Lancia|Vincenzo]] che diverrà il fondatore della "[[Lancia (azienda)|Lancia]]" e di [[Felice Nazzaro]]. In verità, l'Accomandita Ceirano costruirà una sola automobile, una vettura dotata di un piccolo [[Motore a combustione interna|motore]] bicilindrico (663 [[centimetro cubo|cc]]) e [[cambio (meccanica)|cambio]] a due velocità, progettata dall'ing. [[Aristide Faccioli]]. La vetturetta viene anch'essa battezzata con il marchio "Welleyes" e presentata al pubblico nella metà del [[1899]].
 
L'insperato gradimento fa intravedere la possibilità di iniziare una produzione in piccola serie, peraltro impossibile da realizzare negli angusti spazi della "Accomandita Ceirano & C.". Per questo motivo alcuni soci di Ceirano prendono contatto con esponenti dell'aristocrazia e della finanza torinese al fine di costituire una società che possa impiantare una vera fabbrica. L'accordo preliminare viene assunto il 1º luglio presso l'abitazione di uno dei soci di Ceirano ([[palazzo Bricherasio]]) e reso operante con atto del notaio Torretta, siglato dal gruppo di aristocratici nella sede del "Banco di Sconto e Sete" : è l'11 luglio [[1899]] e nasce ufficialmente la Fabbrica Italiana Automobili Torino - [[FIAT]], con [[capitale sociale (economia)|capitale]] di 800.000 lire in 4.000 [[azione (finanza)|azioni]] (circa 10 milioni di [[euro]] attuali), versato da una trentina di sodali dell'alta società torinese che affidano la guida al [[Ludovico Scarfiotti]].