Automotrice: differenze tra le versioni

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L'anno della svolta per l'Italia fu comunque il [[1934]] quando la [[Fiat Ferroviaria]] consegnò alle FS le prime automotrici con [[motore Diesel]], dopo che l'anno prima aveva fornito una serie denominata Auto 48 (riclassificata in seguito [[Automotrice FS ALb 48|ALb 48]]).
[[File:ALn56 Fiat.jpg|thumb|right|Una ''Littorina'' della FCE restaurata]]
È a questo punto che, previa un'accurata campagna di stampa effettuata dal [[quotidiano|giornale]] "[[Il Popolo d'Italia]]", a fine ottobre del [[1933]] viene coniato e diffuso il termine ''Littorina'' che accompagnerà a lungo nel gergo popolare anche altri tipi di automotrice. Si affiancarono alla Fiat nella fornitura dei nuovi rotabili anche la [[Breda (azienda)|Breda]], l'[[Ansaldo]], l'[[Officine Meccaniche (casa automobilisticaazienda)|OM]] e tante altre piccole case minori che approvvigionarono di tali mezzi anche molte ferrovie secondarie.
[[File:FS ALn 556.jpg|thumb|right|La [[Automotrice ALn 556|ALn 556]] [[Breda (azienda)|Breda]], uno dei mezzi leggeri a trazione termica più caratteristici del parco rotabili FS]]
Le automotrici ovunque produssero incrementi, a volte incredibili, di traffico viaggiatori perché dimezzavano le percorrenze in molti casi e avevano in genere un [[comfort]] più elevato rispetto alle vecchie carrozze a due assi e terrazzini di uso generale.
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Il secondo progetto, realizzato il 1º maggio [[1901]], ebbe un risultato migliore, tanto che le corse da Bologna vennero effettuate fino a [[Poggio Rusco]] e anche su [[Modena]] ma ebbe fine ugualmente nel [[1903]]. Anche qui veniva raggiunta la velocità di 60 km/h utilizzando quattro rotabili con 52 posti a sedere, classificati [[Automotrici RA 001-004|001 ÷ 004]] dalla [[Rete Adriatica]], di costruzione [[Diatto]] con due motori elettrici [[Ganz Transelektro|Ganz]] da 30 kW. Questi due esperimenti mostrarono la limitatezza della trazione ad accumulatori e spensero molte speranze.
 
Il 16 ottobre del [[1901]] ebbe inizio l'esercizio a corrente continua a 650 Volt, a [[terza rotaia]], sulla linea Milano Varese della [[Rete Mediterranea]]. Si trattava di una linea molto trafficata e vi vennero immesse 20 automotrici, classificate [[Automotrici RM 5111-5130|5111 ÷ 5130]] e 20 rimorchiate similari costruite in [[Italia]] dalle [[Officine Meccaniche (casa automobilisticaazienda)|Officine Meccaniche]] di Milano su progetto [[General Electric|General Electric Company]]. Montavano 2 motori per carrello della potenza continuativa di 70 kW, raggiungevano la velocità di 85 km/h fornendo 63 posti a sedere. Il successo fu tale che l'elettrificazione venne prolungata fino a [[Porto Ceresio]]. Non essendo sufficienti i rotabili, nel [[1903]] venne fatta un'ulteriore ordinazione di 5 unità da 40 posti, bagagliaio e postale e l'anno dopo un ulteriore gruppo di 15 rotabili classificati [[Automotrici RM 5131-5146|5131 ÷ 5146]], di potenza inferiore ma attrezzate con un dispositivo di telecomando che ne rendeva possibile la composizione multipla. Nel [[1925]] queste ultime vennero trasferite a far servizio sulla [[Linea 2 (metropolitana di Napoli)|"metropolitana FS"]] di [[Napoli]], ove vennero accoppiate permanentemente con l'interposizione di una carrozza a due assi.
 
[[File:Elettromotrice trifase E1-1902 cr.jpg|thumb|right|Una automotrice elettrica trifase tipo RA 32]]
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[[File:Stazione di aosta 0003452 m.jpg|thumb|right||Una littorina ferma alla [[stazione di Aosta]] in una cartolina d'epoca degli anni '30.]]
Proprio a causa della capillarità di diffusione delle automotrici in tutta la rete ferroviaria italiana di stato e in concessione il termine si estese a macchia d’olio sopravvivendo ampiamente alla caduta del regime fino a quando la sempre maggiore diffusione dei rotabili moderni e innovativi e il cambio generazionale dell’utenza ferroviaria ha decretato la quasi scomparsa del termine.}}
Gli [[anni 1930|anni trenta]] sono quelli della svolta; dopo i tanti progetti che avevano evidenziato i limiti e l'inaffidabilità dei vari sistemi adottati, le FS provarono ancora due [[prototipo|prototipi]] di automotrici, la VT.63 [[Austro-Daimler]] detta anche ''Blauer Pfeil'' di costruzione [[austria|austriaca]]ca nel [[1934]]<ref>{{Cita|Luigi Munzi, ''Austro-Daimler sui binari italiani''|| iT4}}</ref> e la [[Micheline]], di costruzione [[francia|francese]] nel [[1932]].
 
La prima era una bassa e profilata vettura a due assi le cui ruote avevano interposto tra l'asse e il [[cerchione]] uno [[pneumatico]] che serviva a rendere la marcia dolce e senza scosse. Era azionata da due motori a benzina da 60&nbsp;kW con trasmissione idraulica [[Voith]] e raggiungeva i 100&nbsp;km/ora.
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In questo sistema il primo numero (2 o 3 cifre) individua il numero di posti a sedere; se la prima cifra è raddoppiata significa che il mezzo è predisposto per il [[comando multiplo]], ovvero può essere accoppiato ad altre unità simili ed essere comandato da un solo operatore.
 
Il secondo numero (3 cifre, tranne che per i mezzi termici dove le cifre sono 4) indica il costruttore (1=[[Fiat Ferroviaria|Fiat]], 2=[[Breda (azienda)|Breda]], 3=[[Officine Meccaniche (casa automobilisticaazienda)|OM]], 4=[[Ansaldo]]) e il numero di matricola progressivo (cifre seguenti).
Le rimanenti cifre del secondo numero sono il numero di matricola progressivo del veicolo.