Abbazia di San Michele Arcangelo a Passignano: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Rotbot (discussione | contributi)
m Bot: coordinate uguali a Wikidata, lettura automatica al termine
Nessun oggetto della modifica
Riga 102:
Il 10 ottobre [[1810]] il monastero venne soppresso dalle leggi napoleoniche. La vita monastica di Passignano si interruppe e venne disperso l'intero patrimonio archivistico e tutta la biblioteca. Tutti i beni immobili furono dati in affitto: i beni oltre al monastero comprendevano ben 41 poderi e 80 case coloniche con un territorio che aveva un'estensione di oltre 2 chilometri di raggio in qualunque direzione uno guardasse per un totale di 12 chilometri quadrati di superficie<ref name=guarducci105/>. Passato [[Napoleone Bonaparte]] venne la [[Restaurazione]] e ai vallombrosani vennero restituiti il [[Abbazia di Vallombrosa|monastero di Vallombrosa]], il [[Santuario della Madonna delle Grazie (Livorno)|Santuario di Montenero]] e la chiesa di Santa Trinita a Firenze<ref name=passignano14/>. Solo nel [[1818]] i Vallombrosani riuscirono a riacquistare Passignano e l'intera tenuta; subito venne ricostituita una piccola comunità con sacerdoti e pochi monaci conversi. L'abate fu possibile nominarlo solo nel [[1858]] quando anche la comunità era più numerosa<ref name=passignano14/>.
 
Durò poco. Nel [[1866]] con le [[leggi Siccardi]] vennero soppressi tutti gli ordini religiosi e il governo italiano divenne il proprietario di tutto<ref name=brachetti64/>. Assegnò in custodia ai pochi monaci rimasti ununa piccola parte del monastero e la chiesa che aveva funzioni di parrocchia per il borgo.
 
La Badia a Passignano venne messa all'asta e venduta il 7 ottobre [[1870]] al conte Maurizio Dzieduszycki<ref name=guarducci105/> in quanto lo stato italiano non sapeva cosa farsene; a quella data la proprietà comprendeva 39 poderi per un'estensione complessiva, boschi compresi, di 1264 ettari<ref name=passignano14/>.