Buddha di Bamiyan: differenze tra le versioni

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Un ulteriore risultato è arrivato l'8 settembre [[2008]], quando gli archeologi, alla ricerca di una leggendaria statua di 300 metri nel sito, annunciarono la scoperta di un terzo [[Buddha]] di 19 [[metro|metri]], un [[Buddha]] coricato in [[parinirvāna]], una posa che rappresenta il passaggio del [[Buddha]] nel [[nirvana]], di cui [[Xuanzang]] fa una descrizione.<ref>{{en}}[http://afp.google.com/article/ALeqM5iMwnIv89hH3Q7rvdzmDQH9zCL6KA "''New Bamiyan Buddha find amid destruction''", Google News], [[Agence France-Presse|AFP]], 8 novembre 2008.</ref> Una statua simile è identificabile nel [[Buddha di Dushanbe]], in [[Tagikistan]].
 
Il governo afgano ha chiesto all'artista giapponese [[Hiro Yamagata]] di ricreare i Buddha di Bamiyan<ref>[http://www.repubblica.it/2005/k/sezioni/spettacoli_e_cultura/buddhaba/buddhaba/buddhaba.html "''Il sogno di un artista giapponese ricreare i Budda di Bamiyan''", Repubblica.it, (2 novembre 2005)]</ref> usando 14 raggi laser che proiettino le immagini delle statue nelle nicchie in cui erano stati scolpiti. I laser saranno alimentati tramite [[energia solare]] ed [[energia eolica|eolica]]. Se approvato dall'[[UNESCO]] il progetto, del costo di 9 milioni di dollari, in teoria avrebbe dovuto essere completato entro il [[2007]] ma, a tutt'oggi, non si hanno notizie in merito. Nel giugno 2015, ad ogni modo, due coniugi cinesi, Zhang Xinnyu e Liang Hong, hanno finanziato un progetto analogo, costato 120.000 dollari, che ha permesso di proiettare olograficamente la figura del Buddha maggiore all'interno della sua nicchia <ref>A. Frau, I Buddha di Bamiyan distrutti dai talebani tornano a vivere (con la tecnologia), [http://thenexttech.startupitalia.eu/2015/06/17/cosi-i-buddha-distrutti-dai-talebani-tornano-a-vivere-con-la-tecnologia/ articolo su startupitalia.eu] 17 giugno 2015.</ref>
 
Una replica a grandezza naturale dei Buddha di Bamiyan è stata avviata nel 2001, a ridosso della distruzione, nel parco tematico di [[Sichuan]], in Cina, dietro progetto finanziato da Liang Simian, uomo d'affari locale, che ha deciso di ricreare le statue scomparse facendole scolpire sulle pareti del monte di Leshan. La ricostruzione è stata seguita da Tan Yun, presidente del ''Sichuan Institute of Fine Arts'', e guidata dal professore He Ining, che si è occupato di ricreare i volti delle statue (danneggiati già prima della distruzione del 2001) modellandoli su quelle di effigi afghane coeve <ref>''Buddha rises again''[http://news.bbc.co.uk/2/hi/asia-pacific/1581411.stm Buddha rises again], articolo della BBC del 5 ottobre 2001.</ref>
 
Nel 2013 un gruppo di archeologi tedeschi dell'[[Icomos]], guidato da Michael Petzet, ha iniziato la ricostruzione del Buddha più piccolo, ma l'operazione è stata metodologicamente disapprovata e interrotta dall'Unesco, dietro segnalazione (tra gli altri) dell'italiano Francesco Bandarin.<ref>Un Buddha di Bamiyan ricostruito. Polemica, [http://www.artemagazine.it/archeologia/38774/un-budda-di-bamiyan-ricostruito-ma-lunesco-dice-no/ articolo da artemagazine.it] 8 febbraio 2014.</ref>
 
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