Arcille: differenze tra le versioni
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Il [[toponimo]] ''Arcille'' deriva dalle piccole fortificazioni (''arcillae'') che si trovavano lungo la strada che va a [[Cinigiano]] a difesa di viandanti in epoca romana. Per secoli area rurale scarsamente abitata, la frazione si è sviluppata solamente nel corso del [[XX secolo]], a seguito della completa bonifica della pianura maremmana e della [[riforma agraria]] avviata nel [[1951]].<ref name=riforma>Antonio Valentino Simoncelli, ''La Riforma fondiaria in Maremma (1950-1965)'', Grosseto, 1989, pp. 120–128.</ref>
Il borgo doveva fungere come centro di servizio e aggregazione per tutti quei poderi e case coloniche sparse nella vasta campagna della valle delle Trasubbie, nel punto in cui il torrente confluisce nel fiume Ombrone, in seguito al fenomeno dell'[[Podere|appoderamento]].<ref name=riforma/> Il villaggio doveva chiamarsi inizialmente ''Sant'Antonio'',<ref>Simoncelli, ''op. cit.'', pp. 123, 128.</ref> in quanto sarebbe venuto a sorgere su un terreno della tenuta di Sant'Antonio,<ref>Flavio Fusi, ''Terra non guerra: contadini e riforme nella Maremma grossetana (1945-1955)'', Grosseto, Editori del Grifo, 1985, p. 120.</ref> ma infine gli fu
Nel [[2007]] sono riemersi nei pressi del paese i resti fossili di tre antenati degli attuali [[dugongo|dugonghi]] (mammiferi marini erbivori), vissuti nella zona oltre 4,5 milioni di anni fa, nel periodo [[pliocene|pliocenico]], in cui gli attuali affioramenti sabbiosi erano il fondale del [[Mar Tirreno|mare tirrenico]]. Uno dei tre reperti fossili è di grande valore scientifico perché è stato considerato dagli studiosi il reperto più completo della specie esistente al mondo. La scoperta e lo scavo sono stati effettuati dai ricercatori del [[Museo Geopaleontologico GAMPS]] di [[Scandicci]].
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