Villa medicea di Careggi: differenze tra le versioni

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I lavori sembrano conclusi nel [[1427]], secondo una lettera di [[Contessina de' Bardi]], moglie di Cosimo, che farebbe capire che la villa è completa. In ogni caso erano sicurmanete conclusi in occasione della visita di [[Francesco Sforza]] a Firenze del [[1459]] il quale lodò il luogo e la bellezza della villa. Cosimo il Vecchio intuì già, riprendendo la lezione degli antichi, la vocazione culturale dei luoghi, dove lo studio e la speculazione filosofica potevano svolgersi nella rilassata amenità della campagna. Vi trasferì infatti la sua biblioteca e una parte della collezione di oggetti e opere d'arte. Nel [[1459]] Cosimo vi fondò l'[[Accademia Neoplatonica]], la più importante scuola filosofica dell'umanesimo italiano, a cui parteciparono [[Cristoforo Landino]], [[Marsilio Ficino]] e [[Pico della Mirandola]]; non a caso Cosimo aveva donato al Ficino un'abitazione nei pressi della villa per averlo sempre vicino alla sua famiglia.
 
Studi sulla planimetria e sulle fondazioni hanno dimostrato che Michelozzo agì minimamente sulla pianta dell'edificio originario. I lavori si concentrarono quindi sugli ambienti interni, a partire dal cortile, e sull'alzato del palazzo. Il [[ballatoio]] [[merlatura|merlato]] su [[beccatelli]], creato lungo le pareti esterne, è un retaggio di impianto medievale (lo si trova per esempio al [[villa del Trebbio|Trebbio]]), ma inserito nell'impianto più ampio della villa sembra più una citazione che un elemento creato per esigenze difensive. In definitiva l'aspetto della villa è più quello di un palazzo che di una fortificazione, particolarmente evidente se confrontato con le ville più arcaiche del Trebbio e di Cafaggiolo. La villa aveva mantenuto una torretta merlata, raffigurata in disegni e stampe fino al Seicento. A Michelozzo sono anche attruibuite le due ali laterali che si protendono a ovest verso il giardino, più basse del corpo centrale e che sono caratterizzate al pian terreno da due [[loggia (architettura)|logge]] aperte con tre arcate ciascuna e capitelli compositi simili a quelli del cortile.
 
=== Lorenzo il Magnifico ===
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Oggi la villa ospita alcuni uffici della vicina struttura ospedaliera, per cui solo pochi ambienti sono visitabili, comunque sono tutti molto significativi.
 
Al primo piano si apre il cortile di Michelozzo. Ha una forma trapezoidale che segue il profilo del palazzo, il quale a sua volta era stato edificato seguendo il percorso della via principale che lo costeggiava. Al centro vi si trova un pozzo che probabilmente risale all'assetto trecentesco, mentre due loggiati si aprono sui lati nord e est con arcate a tutto sesto, sorrette da [[colonna (architettura)|colonne]] con [[capitello]] a foglie d'acqua; sugli altri lati sono presenti uno "sporto" (vano di passaggio per i piani superiori) e un ballatoio, sorretti da [[pilastro|pilastri]] ottagonali con capitelli geometrici, tipici dello stile di Michelozzo.
 
Dal cortile si accede al Salone del piano terreno. Questo ambiente risale al primo Seicento, alle ristrutturazioni voluta dal Cardinale Carlo de' Medici. È interamente decorato ad affresco ed in particolare attirano l'attenzione le 16 lunette (cinque nei lati maggiori, tre in quelli minori, con quella centrale occupata dalla [[stemma mediceo]]) decorate con peasaggini, vedute immaginarie, marine, scene con rovine, giardini, fontane e piccole figure. Si distinguono le due vedute di [[Villa Medici]] a [[Roma]], allora proprietà del Cardinale Carlo, e alcune scene tratte dalla ''[[Gerusalemme liberata]]'' di [[Torquato Tasso]], usate per celebrare allegoricamente le imprese contro i [[Impero Ottomano|Turchi]] di suo fratello il Granduca [[Cosimo III]]. Le lunette sono inquadrate in un sistema complesso di decorazioni pittoriche murarie, con cornici, putti, festoni, elementi vegetali e animali. Da un punto di vista stilistico, queste pitture riprendono la corrente dal tratto veloce e nervoso, "impressionistico", della pittura di paesaggio tra il XVI e il XVII secolo.