Pietro II Dal Verme: differenze tra le versioni

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[[Francesco Sforza]], per i meriti del padre lo insignì del [[Cintolo militare]] e lo reintegrò in tutti i privilegi concessi alla sua [[Dal Verme|Casata]]. Dopo la morte del padre nel [[1449]] ereditò tutti feudi e titoli paterni. Dalla madre Luchina Bussone ereditò i possedimenti ed il titolo di [[Francesco Bussone|Conte di Carmagnola]]. Nel [[1458]] ebbe in feudo Pizzo Corno ([[Ponte Nizza]]) e nel [[1466]] il feudo di [[Retorbido]]. Dall'anno [[1467]] la famiglia Dal Verme divenne una delle più cospicue e più doviziose d'Italia. Pietro fu mandato da Francesco Sforza contro [[Bartolomeo Colleoni]] che tentava di invadere la [[Toscana]] e prese parte allo scontro di [[Molinella]]. Il duca voleva darli in sposa la propria figlia naturale [[Chiara Sforza|Chiara]], ma egli prese in moglie [[Camilla del Maino]] e questo matrimonio fu causa di dissidio tra lui e il duca. Dissidio che fu rimarginato dopo poco tempo: tanto che per conto dei milanesi Pietro segui il duca in [[Piemonte]] nella guerra tra [[Casa Savoia|Filiberto di Savoia]] e [[Carlo I di Borgogna]].
 
Prese parte anche alla guerra contro i veneziani in aiuto del duca di [[Ferrara]]. Era suo destino, che rimasto vedovo, dovesse acconsentire alle nozze con Chiara Sforza, ebbe in dote i feudi di [[Mandello del Lario]], [[Varenna]] e [[Bellano]], ma le nozze ebbero esito tragico, egli morì di veleno propinatogli da questa, il 17 ottobre [[1485]]. I beni di Pietro, nonostante le proteste dei fratelli Taddeo e Giovanni, furono confiscati da [[Ludovico il Moro]], compreso il palazzo di [[Broletto]], donato da costui all'amante [[Cecilia Gallerani]], moglie di [[Leopoldo Bergamini]]. Chiara Sforza ebbe i feudi di [[Mandello del Lario]], [[Varenna]] e [[Bellano]] in appannaggio fino al [[1494]] e definitivi dal [[1513]], ed inoltre la meta assieme ai Dal Verme dei feudi di Pieve di Incino e della Valsassina. Le contee di Bobbio, Voghera, la signoria di Castel San Giovanni e tutti feudi vermeschi sono assegnati al conte Galeazzo [[Sanseverino (famiglia)|Sanseverino]], che nel [[1516]] diverrà marchese di Bobbio, il cui feudo ingloberà tutti i feudi dei Dal Verme, con quelli malaspiniani del territorio bobbiese, vogherese e dell'Oltrepò.<ref>{{Cita|M. Tosi|p. 74}}.</ref>
 
Morì nel [[1485]] a Voghera, avvelenato dalla seconda moglie. Mandante dell’omicidio fu Ludovico il Moro.
 
== Discendenza ==
Pietro sposò in prime nozze nel [[1473]] Camilla del Maino e in seconde nozze nel [[1480]] Chiara Sforza (1467-1531), figlia naturale di [[Galeazzo Maria Sforza|Galeazzo Maria]], duca di Milano.<ref>{{Cita|P. Litta|p. 2}}.</ref> Non ebbero figli.<br>
Pietro ebbe un figlio naturale, Francesco.
 
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* {{cita libro|autore= Pompeo Litta|titolo=Dal Verme di Verona |anno=1831|editore= Giulio Ferrario|città=Milano|opera = Famiglie celebri italiane|volume =Fasc.XIX |cid=P.Litta|sbn=IT\ICCU\LO1\1175715}}
* {{cita libro|autore= Michele Tosi|titolo=Bobbio : guida storica artistica e ambientale della citta e dintorni|anno=1978|editore= Archivi Storici Bobiensi|città=Bobbio|cid=M.Tosi|sbn=IT\ICCU\TO0\0710503}}
 
{{Portale|biografie|guerra|storia}}