Donazione di Sutri: differenze tra le versioni

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== Il significato politico della donazione ==
Almeno dal VI secolo con il romano [[papa Gregorio I]], la Chiesa di Roma era stata costretta a sostituirsi alla corrotta amministrazione cittadina nell’esercizio del vettovagliamento della popolazione di Roma e suoi dintorni, durante le carestie e le pestilenze che si succedettero ripetutamente in quel periodo<ref>In effetti già [[papa Leone I]] nel V secolo dovette sopperire con le istituzioni caritatevoli alla sensibile diminuzione delle pubbliche elargizioni seguite alle occupazioni dei [[Barbari]], v. voce Leone I in Enciclopedia dei Papi, Ed. Treccani</ref>, dovendo far fronte all’assenza dell’intervento dell’Imperatore di Costantinopoli, legittimo sovrano, e dell'Esarca di Ravenna ai quali ripetutamente e invano si era fatto ricorso per ottenere aiuti, attingendo ai beni della Chiesa oltre che amministrare sotto la sua responsabilità l’Annona civica e militare<ref>v. voce Gregorio I in Dizionario Biografico degli Italiani, Treccani</ref>. Non di rado inoltre, a difesa del territorio e in nome dell'Imperatore, lo stesso papa Gregorio dovette esercitare l'''[[imperium]]'' per mezzo del duca sulle truppe bizantine stanziate a Roma. <br />
Data pertanto almeno da questo periodo l’acquisizione da parte del papato di un nuovo ruolo politico, costretto a sostituirsi all’organizzazione annonaria della città, anche se ancora non legato alla sovranità territoriale, dovuto al riconoscimento da più parti della popolazione di una indiscutibile soggettività che andava oltre quella già acquisita dell’autorità religiosa, comportando una ristrutturazione della stessa [[Corte pontificia|struttura ecclesiastica]] in grado di fare fronte alle accresciute ed impreviste funzioni a cui si era vista chiamata. <br />
Le donazioni fatte nella forma "agi apostoli Pietro e Paolo" dei primi 4 castelli avvenuta nell’VIII secolo non possono pertanto prescindere da un riconoscimento ormai consolidato di un ruolo politico della Chiesa a cui gli stessi sovrani longobardi guardavano ormai come necessario interlocutore negli equilibri politici della penisola. Una soggettività che ormai andava oltre la sua forza principale data dalla "superiorità" spirituale conferitagli dal [[primato papale|"primato" di San Pietro]] (preminenza ribadita più volte nei concili ecumenici dei secoli III e IV, e già testimoniata nel I secolo durante il pontificato di [[papa Clemente I]]<ref>v. voce in Dizionario Biografico degli Italiani</ref>), autorità morale che era ormai riconosciuta anche dai popoli germanici: i [[Franchi]], i [[Visigoti]] di [[Spagna]], i [[Burgundi]], gli [[Anglo-sassoni]] d'[[Inghilterra]] e gli stessi [[Longobardi]].