Donazione di Sutri: differenze tra le versioni

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Nel [[739]] [[papa Gregorio III]] indirizzò una lettera a [[Carlo Martello]], maestro di palazzo del [[re dei Franchi]], in cui comparve per la prima volta la locuzione ''populus peculiaris beati Petri'', riferita alle popolazioni del [[Ducato Romano]], del Ravennate e della [[Pentapoli bizantina|Pentapoli]] <ref>Possedimento bizantino che si estendeva fra la Romagna e le Marche, comprendente le cinque città di Rimini, Fano, Pesaro, Senigallia e Ancona.</ref>, che vivono insieme in una ''respublica'' di cui [[san Pietro]] è il protettore e l’eroe eponimo.
 
Nel [[739]] e nel [[741]] a Sutri si aggiunsero [[Gallese (Italia)|Gallese]] per riscatto e per donazione le località di ''Ameria'' ([[Amelia (Italia)|Amelia]]), [[Orte]], ''Bieda'' ([[Blera]]), e ''Polimartium'' ([[Bomarzo]]) e ancora nel [[743]] re [[Liutprando]] aveva restituito al Pontefice ([[papa Zaccaria]]) ''per donationis titulo'' quattro città da lui occupate (tra cui [[Vetralla]], [[Palestrina]], [[Giardino di Ninfa|Ninfa]] e [[Norma (Italia)|Norma]]) e una parte dei patrimoni della Chiesa in [[Sabina]], ad essa sottratti oltre trent'anni prima dai duchi di [[Spoleto]] (longobardi). Liutprando, dal canto suo, aveva temporaneamente sfumato le tensioni con gli altri [[Duca (Longobardi)|ducati longobardi]], soprattutto con i ducati periferici - e quindi più autonomi - di Spoleto e Benevento, evitando così una guerra civile.
 
La ''respublica'' di san Pietro dell'[[VIII secolo]] è da intendere come "Patrimonio del vescovo di Roma", ovvero come l'insieme dei fondi di proprietà della Diocesi di Roma.