Critica televisiva: differenze tra le versioni

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Conseguentemente, se si dà credito alle parole di [[Achille Campanile]] - secondo il quale ''"grande critico è colui che trasforma lo spettatore in palcoscenico e lo schermo in un incontro di humour, estro, invenzione"'', chi esercita una buona critica - secondo l'opera di Grasso - ''"è colui che usa il programma televisivo come un attivatore dell'immaginazione e dell'intelligenza, che conosce metodi di analisi, ma non li esplicita, che sa assumere posizioni etiche"'', e, soprattutto, pur sapendo come si costruisce un programma televisivo, non appare in tv salvo cavi sporadici e, comunque, motivati da eccezionalità.<ref name=edt/>
 
Occupandosi di un settore spesso autoreferenziale, la critica televisiva ha contribuito, in [[Italia]] come all'estero<ref>Vedi: [http://www.millecanali.it/tv-tedesca-i-compiti-della-critica/0,1254,57_ART_122436,00.html Tv tedesca, i compiti della critica]</ref>, a creare dei personaggi la cui notorietà è talvolta andata oltre quella di puri e semplici critici (è il caso dell'uomo di cultura [[Beniamino Placido]]), fino a giungere a casi di [[parodia]], come accaduto a [[Claudia Vinciguerra]] (1923-2010) divenuta personaggio televisivo a tutto tondo e, in quanto tale, spesso al centro di ''[[gag (spettacolo)|gag]]'' comiche di intrattenitori televisivi.
 
==Epoche della critica televisiva==
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In [[Italia]], interna al [[Premio Flaiano]] vi è una sezione dedicata alla [[Premio Flaiano#Premio per la critica televisiva|premiazione di critici televisivi]].
 
==Note==
<references/>
 
==Bibliografia==
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*Elena Dagrada, ''A parer nostro. La critica televisiva nella stampa quotidiana in Italia'', 1992, Nuova Eri, Roma
*[[Aldo Grasso]], ''L'Italia alla Tv. La critica televisiva nelle pagine del Corriere della sera'', 2010, Rizzoli, ISBN 9788817033947.
 
==Note==
<references/>
 
==Voci correlate==