Ferruccio Parri: differenze tra le versioni

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===Negli anni successivi===
[[File:Parri.jpg|thumb|left|Parri deputato alla Costituente]]
[[File:Ferruccio Parri 1974.jpg|thumb|upright=1.3|Parri, celebrazione del 25 aprile negli1974 annia settantaMilano]]
[[File:Ferruccio Parri.jpg|thumb|upright=1.3|Parri negli anni settanta]]
[[File:Genova-Staglieno--Tomba di Parri-DSCF8997.JPG|thumb|upright=1.3|La tomba di Parri al [[cimitero monumentale di Staglieno|cimitero di Staglieno]]]]
Acclamato all'unanimità segretario del [[Partito d'Azione]] nel dicembre del [[1945]], guidò il partito al congresso del febbraio [[1946]], caratterizzato dallo scontro fra le due correnti dette "radicali" e "socialisti". Parri e Ugo La Malfa uscirono dal partito, dando vita alla [[Concentrazione Democratica Repubblicana]], che si presentò alle elezioni politiche del 2 giugno 1946 con una propria lista: vi risultarono eletti i due principali esponenti del movimento, che decisero poi di aderire al Gruppo Repubblicano in seno all'Assemblea Costituente. Nel settembre dello stesso anno, la Concentrazione Democratica Repubblicana confluì nel Partito Repubblicano Italiano. Fu senatore di diritto nella prima legislatura repubblicana (1948) e votò la fiducia ai governi centristi guidati da [[Alcide De Gasperi]].
 
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Fu per Parri un duro colpo, [[Enzo Biagi]] riporta che confidò al suo avvocato: «Forse non basta vivere pulitamente, per i miei nemici avrei dovuto morire. Ma non è colpa mia se sono ancora qui».<ref>{{Cita libro|cognome=Biagi |nome=Enzo |titolo=Mille camere |anno=1984 |pagine=39 |url=http://books.google.it/books?ei=bWGsTfa-BtHysgaqnMmPCA&ct=result&id=SrouAAAAIAAJ&dq=%22avrei+dovuto+morire%22 |editore=A.Mondadori |isbn=978-88-04-28370-6 }}</ref> Nel [[1957]] in vista delle imminenti elezioni politiche dell'anno successivo, Parri si candidò come indipendente nelle liste del [[Partito Socialista Italiano|PSI]] risultando eletto al [[Senato della Repubblica|Senato]]. Contestò aspramente il [[governo Tambroni]], che godeva dell'appoggio esterno dei fascisti del [[Movimento Sociale Italiano|MSI]], e la sanguinosa repressione delle proteste popolari nel "[[Fatti di Genova del 30 giugno 1960|30 giugno a Genova]]" e nella [[Strage di Reggio Emilia]].
 
[[File:Ferruccio Parri.jpg|thumb|Parri negli anni settanta]]
Nel [[1963]] il presidente della [[Repubblica]] [[Antonio Segni]] lo nominò [[senatore a vita (diritto italiano)|senatore a vita]], e si iscrisse al Gruppo parlamentare Misto. Alla fine del 1967 in vista delle elezioni politiche del 1968, lanciò, insieme ad alcune eminenti personalità del mondo politico e culturale italiano, l'Appello per l'unità delle sinistre. Alle elezioni molte di queste personalità si presentarono come indipendenti nelle liste PCI-PSIUP. Gli indipendenti eletti al Senato confluirono in un Gruppo parlamentare autonomo denominato Sinistra Indipendente di cui Parri fu il presidente per molti anni, mantenendosi all'opposizione dei vari governi di [[centrosinistra]] che guidarono l'[[Italia]] negli [[Anni 1960|anni sessanta]] e [[Anni 1970|settanta]]. La Sinistra indipendente si caratterizzò per essere un gruppo aperto a personalità provenienti dalla Resistenza ma di diversa estrazione politica, religiosa e sociale, in posizione di alleanza critica in particolare con il PCI.
 
Fondò e diresse, in quegli anni, il periodico ''[[l'Astrolabio]]'', tribuna da cui condusse campagne per la realizzazione di una democrazia più compiuta e dalla quale denunciò risorgente [[neo-fascismo]]. Considerato uno dei padri della [[Patria]], morì a novantuno anni nel dicembre del [[1981]]. Riposa nel [[cimitero monumentale di Staglieno]] a Genova, a pochi metri dalla tomba di [[Giuseppe Mazzini]].
[[File:Genova-Staglieno--Tomba di Parri-DSCF8997.JPG|thumb|upright=1.3|La tomba di Parri al [[cimitero monumentale di Staglieno|cimitero di Staglieno]]]]
 
== Opere ==