Affidamento condiviso (ordinamento italiano): differenze tra le versioni

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La situazione qua è molto diversa e i bambini svedesi godono di maggiore equità nell'accesso alle due figure genitoriali. Benché la legge preveda la parificazione dei sessi fin dal 1974, solo nel 1989 (comunque 17 anni prima che in Italia), venne promulgata una legge sull'affidamento condiviso. Essa mostrò subito le stesse criticità che in Italia manifestò poi la 54/06 e fu quindi modificata. I risultati furono brillanti: mentre prima del 1989 la percentuale di affidi paritetici era stimata all'1%, dopo il 1989 salì solo al 4%, mentre con le modifiche del 1998, tese a privilegiare l'affido materialmente condiviso, salì rapidamente fino a raggiungere l'attuale 28-30%.
 
Il sistema svedese comporta un forte ricorso al divorzio consensuale: l'abitudine alla mediazione familiare, l'autonomia economica delle donne, il riconoscimento della genitorialità maschile, una sostanziale intercambiabilità dei due sessi fa sì che in oltre il 90% dei casi il divorzio sia da subito consensuale. L'affido legalmente condiviso è la regola e comporta - più spesso per comune accordo di padre e madre - tempi paritetici di frequentazione dei genitori in circa il 30% dei casi (risultava il 17,4% nella ricerca di Bjarnason e Arnarsson), praticamente un record europeo assimilabile ai valori dello Stato di Washington o del Wisconsin.
 
Molti altri minori hanno una "physical joint custody" (con tempi superiori al 30-35% del totale presso il secondo genitore).
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Quello che anche in Svezia, come un po' dappertutto, viene lamentato è che, a fronte di condotte ostruttive e atteggiamenti manipolatorî volti a indurre il rifiuto dell'altro genitore, non vi sia un'efficace politica di sanzionamento e perciò anche nel modello scandinavo capita che parecchi minori perdano contatto coi genitori.
 
 
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[[Categoria:Diritto di famiglia]]
[[Categoria:Sociologia del diritto]]
 
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