Chemioterapia: differenze tra le versioni

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Il termine "chemioterapia" è stato coniato all'inizio del [[XX secolo]] per descrivere l'uso di sostanze ''sintetiche'' allo scopo di distruggere gli agenti eziologici delle malattie infettive. Nel corso degli anni, la diffusione delle patologie [[tumore|tumorali]] fino a livelli endemici ha determinato un'estensione della definizione originaria, a comprendere tra gli "organismi invasori" anche le cellule che sono andate incontro a degenerazione tumorale; nel linguaggio comune, la parola "chemioterapia" indica, erroneamente, solo questo campo di applicazione. In realtà, per gli addetti ai lavori sono [[chemioterapici|farmaci chemioterapici]] prima di tutto [[antibiotico|antibiotici]], [[antivirale|antivirali]], [[protozoo|antiprotozooari]], [[antimicotico|antimicotici]] ed altri ancora (chemioterapici antimicrobici).
 
Nella letteratura internazionale, i termini ''chemioterapico'' (antimicrobico di sintesi o semisintesi) e ''antibiotico'' (antimicrobico di origine naturale) vengono utilizzati indifferentemente per riferirsi a sostanze sintetiche, semisintetiche o naturali dotate di attività antimicrobica.
 
== Chemioterapia antimicrobica ==
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== Chemioterapia antitumorale ==
{{vedi anche|Chemioterapia dei tumori|Storia della chemioterapia antineoplastica}}
Requisito fondamentale per un farmaco chemioterapico è dunque la selettività di bersaglio, che lo porta all'eliminazione delle [[cellule]] [[neoplasia|neoplastiche]] preservando la salute di quelle sane. Si tratta in ogni caso di un requisito del tutto ideale, dal momento che non esistono chemioterapici in grado di agire in modo esclusivo sulla massa tumorale, e di non presentare effetti collaterali su altri tessuti dell'organismo.
 
È proprio la scarsa specificità di tessuto ad essere responsabile degli effetti collaterali. I chemioterapici, infatti, agiscono in genere su [[tessuto (biologia)|tessuti]] ad alta proliferazione, come i tumori. Ma è proprio tale ''genericità'' ad essere responsabile di effetti collaterali che, dal punto di vista clinico, assumono un'importanza notevolissima. Tali effetti collaterali infatti si presentano a carico dei tessuti dell'organismo a più alto tasso replicativo, come ad esempio quello ematopoietico, le [[mucosa|mucose]] delle vie gastrointestinali ed i [[capello|follicoli piliferi]]. Tali tessuti sono solitamente in grado di ritornare alla normalità al termine della terapia. In alcuni casi però, come in presenza di tumori caratterizzati da crescita più lenta di quella di tali tessuti, il recupero è molto più difficile.
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=== Storia ===
La chemioterapia, per come è intesa oggi, nasce per un fortuito caso quando negli anni sessanta [[Barnett Rosenberg]], nel laboratorio di biofisica della [[Michigan State University]], notando la somiglianza delle linee di forza dei campi elettrici (cfr [[campo gravitazionale]] in meccanica classica) e i fusi mitotici (catene di [[microtubuli]] che vanno dai centrioli posti ai poli fino ai cromosomi posti all'equatore di una cellula durante l'''anafase'' della [[mitosi]]) si mise a studiare l'interferenza dei suddetti [[campo elettrico|campi elettrici]] nella riproduzione dei batteri. Egli notò come questi non riuscivano a riprodursi in questo ambiente, perché era per loro impossibile separarsi.
[[File:Isomero_del_Platino_chemioIsomero del Platino chemio.jpg|thumbnail|Il cisplatino]]
Alla fine [[Barnett Rosenberg|Rosenberg]] scoprì che non era la presenza del campo elettrico ad impedire la divisione di batteri, bensì quella dell'[[isomeria|isomero cis]]-[PtCl<sub>2</sub>(NH<sub>3</sub>)<sub>2</sub>].
Egli ebbe l'intuizione di provare a vedere gli effetti di questo isomero sulle cellule tumorali, che presentavano lo stesso tipo di crescita, e ne scoprì l'efficacia anti-tumorale provando ad usarlo su di un topo, che dopo pochi giorni guarì completamente. Il farmaco al [[platino]] passò alla fase 1, ma a causa dei suoi ingenti effetti tossici rischiò quasi di non essere mai usato, se non fosse stato per due medici americani, che lo provarono su tredici pazienti affetti da cancro ai [[Testicolo|testicoli]].
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L'isomero cis-platino non è in grado di distinguere le cellule cancerose dalle sane e colpisce indiscriminatamente tutte le cellule che incontra. Ha quindi un effetto tossico non insignificante.
 
L'efficacia del cisplatino e di altri trattamenti chemioterapici risulta ''amplificata''<ref>[http://www.ipertermiaroma.it/iper/index.php?option=com_content&view=article&id=114:sarcomi&catid=14:articoli&Itemid=30 Trattamento dei sarcomi con aggiunta di ipertermia ]</ref> anche dall'associazione con trattamenti<ref>[http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/Benessere/grubrica.asp?ID_blog=26&ID_articolo=762&ID_sezione=33&sezione=Salute# Tumori che guariscono con la febbre]</ref> di [[ipertermia oncologica]].
 
Nell'aprile del [[2007]] un gruppo di ricercatori della Southwestern University di Dallas ha pubblicato uno studio secondo il quale disattivando 87 geni umani l'efficacia della chemioterapia aumentava in misura notevole. Se la ricerca dovesse dimostrarsi vera anche ''in vivo'' si potrebbero ridurre in maniera sostanziale gli effetti indesiderati della chemioterapia mantenendo nel contempo l'effetto curativo<ref>{{cita web|http://www.nature.com/nature/journal/v446/n7137/abs/nature05697.html|Synthetic lethal screen identification of chemosensitizer loci in cancer cells|editore=nature|accesso=2 giugno 2010}}</ref>.
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[[Categoria:Terapie farmacologiche]]
 
{{Categorie qualità}}