Collasso dell'Età del Bronzo: differenze tra le versioni

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=== Grecia ===
Nessuno dei palazzi [[micenei]] della tarda età del bronzo sopravvisse, con la possibile eccezione delle fortificazioni ciclopiche dell'[[Acropoli di Atene]]; la distruzione fu più violenta nei palazzi e nei siti fortificati. Quasi il 90% dei piccoli siti nel [[Peloponneso]] vennero abbandonati, dando probabilmente luogo ad uno spopolamento dell'area. La fine del collasso dell'età del bronzo segnò l'inizio di ciò che è stato chiamato [[Medioevo ellenico]], durato più di 400 anni. Altre città, come [[Atene]], continuarono ad essere abitate, ma con una sfera di influenza più locale, ed un impoverimento sia dei commerci che culturale.
 
=== Mesopotamia ===
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Harvey Weis, professore di archeologia del Vicino Oriente a Yale<ref>{{En}} Weiss, Harvey: (1982) "Il declino della civiltà della tarda età del bronzo come una possibile risposta al mutamento climatico" in ''Mutamento climatico'' ISSN 0165-0009 (Paper) 1573-1480 (Online), Volume 4, Numero 2, giugno 1982, pp. 173-198</ref> mostrò, usando l'[[Indice di siccità di Palmer]] (''Palmer Drought Index'') che, per 35 stazioni meteorologiche greche, turche e medio-orientali, i siti associati al collasso della tarda età del bronzo furono colpiti da una siccità simili a {{chiarire|quella che persistette nel Mediterraneo dal gennaio del 1972|fino a quando?}}<ref>{{cita web |lingua=en |cognome=Wright |nome=Karen |titolo=Imperi nella polvere |rivista=Discover Magazine |data=marzo 1998 |url=http://discovermagazine.com/1998/mar/empiresinthedust1420}}</ref>. La siccità avrebbe facilmente potuto scatenare o affrettare problemi socio-economici, conducendo a guerre. Più recentemente [[Brian Fagan]] ha mostrato come la diversione delle tempeste [[Atlantico|atlantiche]] invernali a nord dei [[Pirenei]] e delle [[Alpi]], che porta condizioni più umide nell'Europa centrale, ma siccità nel Mediterraneo orientale, possa essere associata con il collasso della tarda età del bronzo<ref>{{cita libro |autore=Brian Fagan |titolo=La rivoluzione del clima |url=http://books.google.com/books?id=cjfLAQAACAAJ |anno=2001 |editore=Sperling & Kupfer|isbn=978-88-200-3183-1}}</ref>.
 
Cause macroclimatiche sono indicate, su dati aggiornati, anche da Wolfang Behringer<ref>{{cita libro |autore=Wolfang Behringer |titolo=Storia culturale del Clima |anno=2010 |editore=Bollati Boringhieri Saggi |pp=83-93 |id=EAN 9788833923802}}</ref>: in particolare gli anni successivi al 1250/1200 a.C. paiono sempre più siccitosi, mentre nel 1200 a.C. vi fu il nadir del [[Subboreale secco]] (generalmente caldo), cui seguì un periodo freddo e secco, iniziato attorno al 1150 e giunto al culmine nell'800 a.C .(fase subatlantica). Questo fenomeno ebbe una portata mondiale, ed è ben verificabile a livello [[dendrocronologia|dendrocronologico]] in [[America del Nord]] (con il massimo di siccità attorno al 1200 a.C.) e nel [[subcontinente indiano]] (dove coincide con la formazione del [[deserto di Thar]] e un impoverimento dei monsoni, processo iniziato dopo il 1300 a.C. e giunto al culmine attorno al 900 a.C.). Inoltre questi dati coincidono con gli annali [[Cina|cinesi]], che riportano, nei decenni che precedono la fine della [[dinastia Shang]] (1122 a.C.) sette anni di siccità, seguiti da inondazioni e da gelate a luglio nella valle del [[Fiume Giallo]], e diverse carestie gravi in tutto quel secolo.
 
Questi fenomeni potrebbero aver iniziato delle spirali recessive, tanto politico-religiose, quanto economiche, quanto, infine, militari. Infatti spesso i sovrani (è il caso anche del potente impero ittita, per altro particolarmente esposto alla siccità, che, in questo caso, avrebbe trasformato in [[steppa]] terreni in precedenza coltivabili) giustificavano il proprio potere con l'opera di mediazione tra l'umano e il soprannaturale, in particolare divinità climatiche (pioggia, tempesta ecc.); il loro fallimento indebolì, presumibilmente, la legittimazione "popolare" del potere monarchico. Inoltre la risposta all'inaridimento potrebbe essere stato quella di mettere a cultura nuovi terreni, [[disboscamento|disboscando]] altri boschi (anche in zone di seconda e terza scelta), causando un ulteriore rarefazione delle piogge (oltre ad aumentare l'erosione e la pericolosità delle alluvioni); grandi disboscamenti avrebbero desertificato (o meglio trasformato in steppe) ampie aree dell'Anatolia centrale, costringendo gli Ittiti a trasferire le loro capitali a sud.
 
Questa siccità rese l'eccedenza agricola sempre più problematica, con una contrazione dei commerci, un aumento delle carestie (specie nelle civiltà urbane che necessitano di grandi eccedenze dalla campagna) e, conseguentemente, delle [[epidemia|epidemie]], operando un generale collasso demografico. Risulta piuttosto raro nella storia che un periodo caldo sia anche secco: nel 1200 a.C. fu così, ma negli anni successivi fu (secondo un modello più normale nella storia del clima) sia secco che freddo, con gelate estive e primaverili (almeno nella Cina centrale, dove esistono fonti; probabilmente il fenomeno riguardò l'intero emisfero boreale), e questo tipo di gelate, nelle società pre-industriali, sono accompagnate quasi sempre da carestie. La carestia potrebbe aver provocato delle migrazioni, sia di popoli colpiti, come profughi in cerca (anche violenta) di cibo, sia come migrazioni di massa da aree più povere ma meno colpite dalla siccità (come l'Europa centrale, naturalmente più piovosa di quella meridionale), verso zone un tempo ricche (ed ancore ricche d'oro e di altri oggetti "da bottino"), indebolite e impoverite dagli eventi. Inoltre le dinastie regnanti, incapaci di far fronte al problema della fame, avrebbero dovuto sia far fronte a delle ribellioni (favorite dalla diminuzione della loro legittimazione ideologico-religiosa), sia affrontare nuovi nemici esterni (come i popoli del mare, i [[Dori]], ed altri) con eserciti demoralizzati e resi poco fedeli dalla diminuzione della legittimazione, oltre che indeboliti dalla crisi demografica. Mentre gli invasori potrebbero essere stati alla ricerca disperata di un saccheggio alimentare, e quindi molto determinati.
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Nel contesto specifico del [[Medio Oriente]] una varietà di fattori - incluso l'aumento della popolazione, la degradazione del suolo, la siccità, la {{chiarire|fusione delle armi in bronzo }}e le tecnologie per la produzione del ferro - plausibilmente potrebbero essersi combinati, spingendo il prezzo relativo degli armamenti, paragonato alla terra arabile, a un livello che in definitiva le ponesse oltre il controllo delle aristocrazie guerriere tradizionali.
 
Robert Drews<ref name="cita |Drews|pp.192 e ss">{{cita |Drews|pp.192 e ss}}.</ref><ref>vedi anche [http://mcgoodwin.net/pages/otherbooks/rd_endbrozeage.html], [http://alanlittle.org/weblog/chariots.html].</ref> osserva che con la comparsa di fanteria organizzata (che usava armi e corazze di nuova concezione, quali ad esempio ferri di lancia fusi e non battuti e soprattutto [[Spada nell'età del bronzo|spade]] lunghe dall'uso rivoluzionario, atte cioè a tagliare oltre che infilzare,<ref>Spade del tipo naue II, in uso dal 1200 a.C. circa nei [[Carpazi]] e nelle [[Alpi Orientali]], si affermarono rapidamente come l'unico tipo di spada usato nell'Undicesimo secolo; il ferro si sostituì al bronzo senza che ciò alterasse essenzialmente il disegno delle armi. (cfr. {{cita |Drews|p.194}}).</ref>), l'uso del giavellotto e la comparsa di fonderie per il bronzo suggeriscono che “la massiccia produzione di manufatti in bronzo divenisse improvvisamente importante in [[civiltà egea|Egeo]]”<ref>{{ name="cita |Drews|pp.192 e ss}}.<"/ref>. Ad esempio, [[Omero]] usa “lancia” come [[sineddoche]] per “guerriero”, suggerendo il permanere dell'importanza dell'arma nelle battaglie del suo tempo. Il nuovo armamento, affidato ad una fanteria "[[oplite|proto-oplitea]]" resa così capace di opporsi agli assalti organizzati di [[carro (trasporto)#Carri da guerra|carri]] avrebbe destabilizzato stati fondati (militarmente) sull'uso dei carri da parte della classe dominante, scatenando un improvviso collasso sociale specie là dove scorridori e/o mercenari di fanteria avessero così avuto la possibilità tattica di conquistare, razziare e bruciare le città.
 
=== Collasso generale di sistema ===
In molti altri casi, oltre che in questo, si sono verificati dei rovesciamenti nei quali una civiltà è scomparsa senza che sia stato possibile individuare chiaramente una singola causa del fenomeno; si possono citare come esempi quelli delle [[Civiltà della valle dell'Indo#Declino e Scomparsa|civiltà dell'Indo]] nel XX - XVIII secolo a.C., della [[cultura di Urnfield]] del XII-XIII secolo a.C. e di [[cultura di Hallstatt|quella celtica di Hallstatt]] nel IX e X secolo a.C.<ref>Cenni sulla storia di Castlemagner, sulla pagina web della società storica locale: {{cita web |url=http://www.iol.ie/~edmo/linktoprehistory.html|titolo=Prehistoric Castelmagner|autore=Castlemagner Historical Society| data=31 agosto 2000| lingua=en}}</ref>, della [[Storia dei Maya#Periodo Classico|cultura classica Maya]] nel X secolo d.C.
 
Ciò ha portato a vari tentativi spiegare il collasso di una società considerando, da un lato, una molteplicità di cause e le loro interazioni, in particolare quelle che possono aver portato ad una reciproca amplificazione, e dall'altro, i punti di fragilità del sistema politico, economico e sociale. In questo modo sono state formulate ipotesi che tengono conto della complessità delle interazioni possibili, nelle quali "il venir meno di un elemento secondario causò una reazione a catena che si sviluppò su scala sempre maggiore, finché l'intera struttura giunse al collasso"<ref>{{En}}Colin Renfrew (1979), System Collapse as Social Transformation, in Transformation, Mathematical Approaches to Culture Change, Academic Press, New York</ref>.
 
Nel contesto specifico del Medio Oriente, secondo alcuni punti di vista, la crescente complessità e specializzazione dell'organizzazione politica, sociale ed economica della tarda età del Bronzo rappresenta una debolezza che, assieme alla centralizzazione ed alla concentrazione del potere politico, potrebbe spiegare il collasso delle civiltà di quell'epoca<ref>{{cita libro|autore=Carol G. Thomas |autore2=Craig Conant |titolo=Citadel to City-State: The Transformation of Greece, 1200-700 B.C.E. |url=http://books.google.com/books?id=GP5cIqY--P0C&pg=PR4|data=25 agosto 2009 |annooriginale=1999 |editore=Indiana University Press |isbn=0-253-00325-3 |p=4 |lingua=en}}</ref><ref>{{cita testo |autore=Eric H. Cline |titolo=1177 B.C.: The Year Civilization Collapsed |url=http://books.google.com/books?id=4o8pAgAAQBAJ&pg=PA161 |data=23 marzo 2014 |editore=Princeton University Press P=161|isbn=978-1-4008-4998-7|lingua=en |citazione=The failure of a minor element started a chain reaction that reverteberate on a greater and greater scale, until finally the whole structure was brought to collapse}}</ref>.
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[[Categoria:Età del bronzo|Collasso]]
[[Categoria:XII secolo a.C.]]
 
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