Lachete: differenze tra le versioni

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Si chiede a Nicia di intervenire: per lui il coraggio è sapienza, la scienza delle cose da temere e di quelle da osare, in ogni campo; Lachete obietta: allora anche il medico è coraggioso, perché sa che è da temere il prendere freddo e non da temere l'uscire ben coperti? No; il medico ha scienza di cosa è sano e cosa non lo è; il coraggioso, invece, ha scienza di quando è da temere il morire o il vivere.
 
Socrate prende la parola: se il coraggio è sapienza, allora non sono coraggiose bestie come il leone, non essendo pensanti? Nicia acconsente: non lo sono, come non lo sono i bambini che fanno cose pericolose perché non capiscono cosa stiano facendo. Coloro che il popolo chiama coraggiosi sono temerari, mentre chi agisce con massima assennatezza è coraggioso. Qui inizia l'interrogazione socratica che mette in crisi il discorso di Nicia: si è convenuto che il coraggio fosse una parte della virtù;
 
# la cosiddetta scienza delle cose da temere e di quelle da osare si riduce a:
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[[Categoria:Opere letterarie del IV secolo a.C.]]
[[Categoria:Dialoghi platonici]]
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