Emblematica: differenze tra le versioni

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L'origine di questo genere viene fatta risalire, solitamente, all'umanista [[Andrea Alciato]] (1492 – 1550), che, nel 1531, ad [[Augusta (Germania)|Augusta]], pubblicò ''Emblemata'', considerata una sorta di capostipite del gusto dell'emblematica. L'opera riscosse un eccezionale successo e conobbe una straordinaria diffusione, con centinaia di edizioni e volgarizzazioni in varie lingue: italiano, francese, spagnolo, tedesco e inglese. L'opera è una [[silloge]] di [[allegoria|allegorie]] e [[simbolo|simboli]] riprodotti attraverso [[xilografia|xilografie]], accompagnati da testi [[brachilogia|brachilogici]] in versi latini, ciascuno dei quali intende trasmettere un ammaestramento nel campo della [[morale]]. Non si trattava, in realtà, della creazione di un nuovo genere letterario, ma di una ripresa di un gusto già presente nel Medioevo: la novità rinascimentale fu l'utilizzo di simbolismi e soggetti tratti dalla [[mitologia greca|mitologia greco]]-[[mitologia romana|romana]]. I 104 [[emblema|emblemi]] della prima edizione, divennero 190 nell'edizione [[Venezia|veneziana]] del [[1546]], cresciuti poi a 212 nell'edizione [[Padova|padovana]] del [[1621]], con l'integrazione di versi provenienti da autori diversi, tra i quali va ricordato [[Claude Mignault]]. Nella traduzione in francese che ne diede, nel 1552, Barthélemy Aneau, il traduttore introdusse una timida innovazione, accompagnando gli emblemi originali con un breve commentario.
 
== ''Pegma ''di Pierre Coustau ==
{{vedi anche|Pegma{{!}}Pegma, cum narrationibus philosophicis}}
Altro cultore del genere emblematico fu [[Pierre Coustau]] (alias ''Petrus Costalius'', [[floruit]] 1555), con i suoi ''[[Pegma|Pegma, cum narrationibus philosophicis]]'', pubblicati a [[Lione]] nel [[1555]], per i tipi di Macè Bonhomme, una raccolta chiaramente debitrice degli ''Emblemata'' di Andrea Alciati. Si espongono 122 emblemi, molti dei quali attinenti a questioni e argomenti di natura giuridica: di essi, 95 sono illustrati e inquadrati in cornici decorative. La caratteristica più innovativa e originale dell'opera di Coustau è rappresentata dalle "''narrationes philosophicae''" che accompagnano gli emblemi. Evidentemente, Coustau è debitore, in questo campo, alla sperimentazione compiuta nel 1552 da Barthélemy Aneau nella traduzione di Alciato. Coustau, peraltro, si spinge molto oltre, con l'inserimento di saggi filosofici esaurienti e autosufficienti, in una maniera che può ricordare i ''[[Saggi (Montaigne)|Saggi]]'' di [[Michel de Montaigne]].