Museo diocesano (Palermo): differenze tra le versioni

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== Storia ==
Venne fondato nel [[1927]] dal cardinale [[Alessandro Lualdi]], Arcivescovo di Palermo (1904-1927), seguendo l'orientamento di Papa [[Pio XI]], che promosse l'istituzione di tali Musei d'arte legati al culto, in modo da raccogliere le opere d'arte provenienti dalle chiese in disuso, che rischiavano la dispersione o la distruzione. La direzione del Museo fu affidata a mons. [[Guido Anichini]].
Il nucleo iniziale della collezione era costituito soprattutto dalle numerose sculture che decoravano la [[Cattedrale di Palermo]] prima della radicale ristrutturazione del [[1781]] e che, fino ad allora, erano rimaste precariamente ammassate nei sotterranei della Cattedrale e, del Palazzo Arcivescovile e all'interno di depositi vicini. Alla collezione si aggiunsero anche diverse opere d'arte e d'arredo sacro, asportate dalle chiese in demolizione a causa degli sventramenti subiti dal centro storico della città già dalla fine dell'Ottocento.
 
Dopo la [[Seconda guerra mondiale]], nel [[1952]], il Museo viene nuovamente inaugurato per volere del cardinale Ernesto Ruffini, Arcivescovo di Palermo (1945-1967), con un nuovo e fondamentale allestimento dovuto a mons. [[Filippo Pottino]]<ref>M.C. Di Natale, ''Il Museo Diocesano di Palermo'', Flaccovio editore, Palermo 2006</ref>. Pottino era già direttore dagli anni '30 del XX secolo<ref>P. Palazzotto, Il ''Fondo Pottino-Collura. Per una storia delle collezioni del Museo Diocesano di Palermo'', in ''Storia & Arte nella scrittura. L'Archivio Storico Diocesano di Palermo a 10 anni dalla riapertura al pubblico (1997-2007)'', Atti del Convegno Internazionale di Studi (Palermo 9-10 novembre 2007) a cura di G. Travagliato, Edizioni Associazione Centro Studi Aurora Onlus, Santa Flavia (Palermo) 2008, ISBN 978-88-95823-04-1, pp.&nbsp;247–284</ref>, dunque ben prima della nuova apertura, diversamente da quanto riportato da alcuni testi<ref>M.C. Di Natale, ''Il Museo Diocesano di Palermo'', Flaccovio editore, Palermo 2006</ref>. Il Monsignore, oltre a recuperare le opere del precedente allestimento, portate in diversi rifugi durante il periodo bellico, aggiunse alla collezione molti dipinti provenienti da chiese distrutte durante i bombardamenti.