Discografia di Claudio Abbado: differenze tra le versioni
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*La terza fase, che coincide con la malattia e l'abbandono della direzione dei Berliner Philharmoniker, vede un notevole diradarsi della sua attività discografica: svincolato dagli obblighi contrattuali berlinesi, sceglie con oculatezza il repertorio da affrontare. Prosegue nell'integrale [[Gustav Mahler|mahleriana]], registra la celebre integrale delle sinfonie di Beethoven su spartiti originali, aggiunge pochi titoli (ma di sicuro ''appeal'') al suo repertorio operistico: ''[[Il flauto magico]]'' e il ''[[Don Giovanni (opera)|Don Giovanni]]'' di Mozart ed il ''[[Falstaff (Verdi)|Falstaff]]'' di [[Giuseppe Verdi|Verdi]]. A questo si devono aggiungere recital dei cantanti coi quali ha instaurato un rapporto privilegiato, come Bryn Terfel. in questo periodo si affida sempre più spesso alla ''Mahler Chamber Orchestra'', oltre che ai Berliner Philharmoniker.
Fra le punte più alte della sua produzione si possono ricordare il recentissimo ciclo beethoveniano realizzato - dopo un periodo di malattia - con degli irriconoscibili Berliner, assottigliati in una formazione quasi da camera. Accanto a Beethoven (2 volte: coi [[Wiener Philharmoniker]] nel
Un capitolo va infine dedicato ad i Concerti per pianoforte n. 1 Sz.83 e 2 Sz.95 di Bartok con [[Maurizio Pollini]] e la [[Chicago Symphony Orchestra]] vincitori del [[Grammy Award]] per la Miglior interpretazione solista di musica classica con orchestra nel [[1980]], ai Kammermusik Nr. 1, Nr. 4, Nr. 5 di Hindemith con i [[Berliner Philharmoniker]] vincitore del [[Grammy Award]] [[1998]] for Best Small Ensemble Performance ed ai Concerti per pianoforte n. 2 op.37 e 3 op.19 di Beethoven con [[Martha Argerich]] e la [[Mahler Chamber Orchestra]] del 2000/2004 vincitori del [[Grammy Award]] per la Miglior interpretazione solista di musica classica con orchestra nel [[2006]].
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